Oltre due ore di uno spettacolo meraviglioso. Parliamo del musical sulla Divina Commedia che chiuderà con la pomeridiana di domani, 19 gennaio (ore 17.00 mentre stasera il sipario è alle 20.45), presso l’Auditorium di Isernia, i cinque giorni di rappresentazione dedicati al capoluogo pentro prima di partire per la tournee italiana e poi estera.

Su tutti il protagonista Antonello Angiolillo nei panni di Dante, attore nato a Castelguidone e che risiede a Chieti, e Andrea Ortis nell’interpretazione di Virgilio.

Poi un corpo di ballo di oltre venti artisti e comparse varie. Ma ciò che lascia esterrefatti sono le scenografie ed il mix di luci per un’attenta regia che non ha lasciato nulla al caso. Davvero uno spettacolo superbo, forse sottovalutato dai molisani stessi.

Il musical ora avrà ancor più rilevanza visto che dallo scorso luglio, Michele Nitti, deputato del MoVimento 5 Stelle, in commissione Cultura, aveva presentato in Parlamento una mozione che si proponeva di riconoscere e celebrare il fondatore della lingua italiana e l’autore della Divina Commedia, uno dei simboli più rappresentativi della cultura italiana, riconosciuto tanto in Italia quanto all’estero.

“L’idea – fanno sapere dal Cdm – era quella di istituire il “Dantedì”, una giornata dedicata alla celebrazione di Dante Alighieri da svolgersi nel 2021, quando cadrà il 700esimo anniversario della morte del Sommo poeta italiano. Cosa questa che è stata approvata. Ora si deve decidere la data. Dante entrò nell’aldilà il 7 aprile o il 25 marzo?. Gli studiosi non sono concordi. Secondo alcuni riferimenti interni alla Divina Commedia è possibile datare nella notte tra il 7 e l’8 aprile 1300 l’incipit dell’opera più famosa della letteratura italiana. Dante Alighieri si sarebbe smarrito nella “selva oscura, ché la diritta via era smarrita” nella primavera dell’anno in cui fu indetto il Giubileo da Papa Bonifacio VIII. Secondo altri, invece, la data sarebbe proprio il 25 marzo“.

Lo stesso giorno che oggi il Cdm ha stabilito essere la ricorrenza del ‘Dantedì’.

Vittorio Labanca