Intervista allo scrittore Antonio Pardo Pastorini, autore del romanzo “Un altro mondo è già passato”
Sarebbe da collocare nel genere fiction ‘Un altro mondo è possibile’, nuovo romanzo di Antonio Pardo Pastorini. Se non fosse che la narrazione sconfina in territori più complessi, anti-utopici, filosofici, psicologici, tanto che Pastorini parla di “letteratura del declino”, chissà, un nuovo filone da scoprire in questo mondo accelerato dai supporti tecnologici e distorto dagli estremismi, non solo religiosi.
Eccolo, Antonio Pardo Pastorini. Ci racconta la trama e porge il seme che ha generato il romanzo di ‘un altro mondo già passato’. Ci propone una visione della vita al crepuscolo della civiltà, anche se il suo alla fine sembra essere quasi un antidoto alla corsa verso l’elisir di lunga vita in una società che si sgretola.
La storia si svolge in una Napoli futuristica, irriconoscibile per le atmosfere descritte e gli episodi che si avvicendano. Il visionario astrofisico, Julius, svela l’inganno del tempo e della materia in un vortice di situazioni e citazioni. Pastorini è abile a interessare il lettore con reali accadimenti del passato. La cultura del vero spazia mentre l’intelligenza artificiale della fantascienza diventa capace di trascendere il bene e il male. Il romanzo emoziona, colpisce per la tenerezza di alcuni momenti, per il rapporto contrastato fra il lato interiore e la ragione che, inevitabilmente, non trova tutte le risposte. Il mondo, la vita, sono qualcosa di tremendamente più complicati. Il turbamento di Julius è quello di chi volge lo sguardo alla propria coscienza prima ancora che agli altri. “Pensi di essere quello che non sei: questo è il motivo d’ogni confusione ed ogni pena”.
Il romanzo è uscito a fine marzo ed è stato segnalato dalla giuria del Premio ‘Nabokov’ per l’elevata qualità letteraria e per il forte impatto emotivo. Ma ecco di nuovo arrivare Pastorini.
Maurizio Cavaliere
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