L’opinione – Le web tv scalzano i media tradizionali
Capita spesso di vedere servizi giornalistici – in tv – che presentano eventi di vario genere: congressi, concerti, sagre, incontri, presentazioni di libri o di manifestazioni. Eventi che vogliono essere anche di un certo richiamo per raccogliere l’attenzione e la partecipazione di vari target e di piccoli o grandi bacini d’utenza. Ciò che di questi servizi sorprende, però, è la tempistica nella riproposizione in tv: nella maggior parte dei casi, il servizio viene trasmesso a posteriori , quindi le immagini replicano il corso dell’evento oppure il giornalista discorre sul suo esito. Qualche volta si organizzano le dirette.
Che senso ha parlarne dopo? Quale funzione “promozionale” o più meramente sociale e divulgativa si nasconde dietro un servizio trasmesso dopo che l’evento sia effettivamente avvenuto? A cosa serve se non a dire: “abbiamo scoperto questo fatto e ci è piaciuto molto”?
Bene, è meraviglioso, ma noi non lo sapevamo e non eravamo li. Premesso che, chiaramente, spetta ad ognuno di noi curarsi dei propri interessi ed avere la volontà di ricercare le informazioni che ci incuriosiscono. Però, quando si tratta di Iinformazioni socialmente utili se non addirittura indispensabili non sarebbe diritto degli utenti essere informati a tempo debito? Io avrei voluto essere li!
È chiaro che questo genere di giornalismo non aiuta a creare una rete di interessi perché è fine a se stesso. Avrebbe invece più senso un’azione fatta a priori! Soprattutto in questo momento storico, in cui le informazioni viaggiano cosi velocemente sul web che si è stati capaci di organizzare, addirittura, repressioni contro i regimi più caustici solo grazie al tam tam partito dal network! In questo senso è chiaro a tutti che la l’informazione televisiva, sia pubblica che privata, spesso si presenta ai nostri occhi come uno strumento obsoleto, che ben poco si adatta ai tempi moderni ed alla comunicazione 2.0. Tutto questo nonostante l’introduzione del tanto agognato digitale terrestre.
Senza troppo addentrarci nelle rispettive competenze delle reti private e quelle pubbliche, dico solo che, almeno per quello che concerne le seconde, credo che fare informazione secondo una tempistica adeguata sia prima un diritto per tutelare gli utenti, soprattutto quelli che pagano il tanto odiato canone.
Non è un caso se, negli ultimi anni si sono sviluppate in Italia – e cominciano ad avere un certo rilievo anche in Molise – numerosissime web tv, le quali si piazzano li dove persiste un vuoto d’informazione, soprattutto a livello locale. Un contatto più diretto con il territorio ed una conoscenza appropriata con le sue problematiche fanno di queste televisioni “virtuali” un concreto punto di riferimento che, talvolta, interloquisce tra utenza ed autorità in modo proficuo e fruttuoso.
In virtù del “passa-parola”, le web tv arrivano spesso in anticipo rispetto agli avvenimenti importanti per una località, riescono meglio a restare sul pezzo riuscendo quindi ad attribuire a determinati eventi il giusto spessore “giornalistico” ed il rilievo che meritano. Quindi, nella speranza che anche il servizio pubblico e tradizionale legato all’informazione locale torni a rivestire il suo ruolo originario, per il momento evviva le web tv!
Elide Braccio
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