Presentato a Firenze “Sinfonia di Martelli – L’antico mestiere del calderaio”
E’ stato presentato anche a Firenze, presso i locali della Libreria Marabook, a cura della Casa Editrice Il Pozzo di Micene, il libro “Sinfonia di Martelli – L’antico mestiere del calderaio” presentato con grande partecipazione ad Agnone nell’estate scorsa. Un libro firmato da Antonio Carosella, agnonese doc e chirurgo traumatologo nel capoluogo toscano e figlio dell’ultimo forgiatore e nipote da parte della mamma di calderai agnonesi. A presentare il libro, oltre l’autore, la prof.ssa Maria Luisa Orlandini docente di storia fiorentina e Nicola Mastronardi studioso di storia molisane.
“E’ stato un vero successo sia per la numerosa partecipazione (il salone si è reso insufficiente per capienza) sia per lo spaccato storico-politico e sociale di Agnone che ne è derivato dalla discussione approfondita ed animata da insigni studiosi dell’artigianato in genere e di quello fiorentino in particolare – sottolinea Carosella – Anche questa volta Firenze non si è smentita, l’artigianato agnonese è stato caldamente accolto ed ha retto brillantemente il confronto in tutte le sue sfaccettature con l’Opificio delle pietre dure, con gli scalpellini fiesolani e con l’arte orafa, capisaldi dell’artigianato fiorentino. Grazie soprattutto a Nicola Mastronardi l’immagine di Agnone ne è risultata rafforzata soprattutto nell’aspetto turistico, un bel viatico per conoscere il Molise. Davvero un bel successo della nostra terra – conclude Carosella – in terra toscana“.
Il libro è imperniato sul ricordo del battere dei martelli sui manufatti di rame nell’aria pura del mattino o nella foschia invernale, cornice sonora ad ogni avvenimento dell’amata città d’origine di Agnone. Magiche atmosfere, ben descritte a fare partecipi i lettori di una grande tradizione, così come il valore e la dedizione degli artigiani della sua terra, autentici artisti nella lavorazione di un metallo bello e nobile quanto indispensabile per tanti tipi di attività. Origini dell’uso del rame, in questo territorio dove pare che i Sanniti, invincibili e temuti guerrieri, ne facessero una componente delle loro armi.
Vittorio Labanca
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