Villa San Michele, ottanta anni fa nasceva la parrocchia di San Michele Arcangelo
Per la comunità di Villa San Michele il 23 aprile 2020 segna l’ottantesimo anniversario della istituzione della Parrocchia “San Michele Arcangelo“.
Il canone 515 del Codice di Diritto canonico definisce la Parrocchia come “una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell’ambito di una Chiesa particolare, la cui cura è affidata, sotto l’autorità del Vescovo diocesano, a un parroco quale suo proprio pastore“. La Diocesi è “Chiesa particolare”. Per lo stesso canone “spetta unicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le parrocchie” e “la parrocchia eretta legittimamente gode di personalità giuridica per il diritto stesso“.
Tale premessa chiarisce che non tutte le chiese sono da considerarsi “Parrocchie”, pertanto anche la Chiesa presente nella vecchia contrada “Pasquale” di Pagliarone, non poteva ritenersi tale. Le motivazioni che spinsero la Diocesi di Trivento a istituire una nuova Parrocchia nel Comune di Vastogirardi, possono dunque ricondursi a due condizioni previste dal Sacro Codice: una determinata comunità di fedeli (il popolo); territorio all’interno della Chiesa particolare.
Per quanto riguarda il popolo, Villa San Michele è una comunità “giovane” con origini databili tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800, come rinvenuto negli archivi storici. Altro importante reperto atto a datare le origini della frazione è una pietra, parte delle mura di una casa ormai in disuso, recante l’incisione “R.AM.R. 1827” e rinvenuta nel 2018 dall’Autore Sergio D’Andrea, Eugenio Amicone e Michele Carmosino.
Per ciò che concerne l’aspetto religioso della frazione, lo storico Giambattista Masciotta, nella sua monumentale opera “Il Molise dalle origini ai nostri giorni“, descrivendo i luoghi di culto nel Comune di Vastogirardi, riporta che è “presente una piccola cappella in località Pagliarone dedicata al culto di San Michele Arcangelo“.
Notizia preziosa, perchè testimonia del culto dell’Arcangelo Michele già a fine ‘800, venerato ancora oggi nella piccola comunità. Proprio l’Arcangelo Michele darà il nome alla nuova parrocchia e, dal 1961, anche alla frazione.
Secondo documenti “diocesani” dell’anno 1931, la “determinata comunità di fedeli” della frazione Pagliarone era costituita da 633 abitanti; la Frazione Cerreto da 224 abitanti, e il paese centro da 1192 abitanti. Il totale delle persone che abitavano a Vastogirardi era 2049. Le due frazioni, costituivano circa il 41% della popolazione dell’intero comune.
Negli anni ’30 del XX secolo, un importante evento franoso portò le autorità di Governo alla drastica decisione di ricostruire nuove abitazioni e una nuova Chiesa in località “Campanelli”. Nel corso degli anni tale determinazione ha portato all’abbandono totale delle vecchie case e della stessa Chiesa in località Pagliarone Vecchio.
Il “05 maggio 1937, giorno della Ascensione di N.S.G. anno XV dell’era fascista II dell’Impero” avvenne la posa della prima pietra della nuova Chiesa.
A ricordo dell’evento, fu realizzata una lapide muraria con l’intento di “ricordare ai posteri la solenne cerimonia“. Di tale lapide, pur citata in documenti di derivazione canonica, non si è rinvenuta traccia materiale, probabilmente per essere stata rimossa dalla sua sede naturale. Subito dopo la firma dell’armistizio (08 settembre 1943), l’Italia infatti si riscopre antifascista con la conseguente rimozione di tutti i simboli del passato regime.
Non si conosce la collocazione della lapide, ma il “fascio littorio” (foto), il simbolo adottato dal fascismo, era posto vicino al portone d’ingresso, come dimostrano le tracce lasciate sulla pietra dove era incastonato.
Rispetto al “territorio”, come richiesto dalle disposizioni canoniche, si ricorda che il Comune di Vastogirardi è uno dei più estesi del Molise con altezze sul livello del mare che variano di parecchi metri. Il Comune centro si trova a circa 1200 metri s.l.m., mentre il vecchio abitato della frazione Pagliarone è a poco più di 600 metri s.l.m. e a una distanza di circa 10 chilometri. Il percorso, specie nella stagione invernale, non era facilmente praticabile.
Chi affrontava il percorso, era il Parroco di Vastogirardi o il suo assistente che si occupava della cura pastorale delle anime di Pagliarone e Cerreto, ma anche i cittadini quando avevano bisogno della figura religiosa per i sacramenti oppure per i documenti canonici. Appare utile ricordare che la Parrocchia San Nicola di Bari, nel paese centro, non ha mai fatto mancare l’assistenza religiosa agli abitanti delle frazioni di Pagliarone e Cerreto, attraverso parroco e curato.
Il territorio per la nuova Parrocchia fu dunque ceduto da quella “madre” di San Nicola di Bari. Un territorio ricadente interamente nel comune di Vastogirardi.
Anche le autorità civili avevano dato assenso, con diverse deliberazioni richiamate nel decreto, rispetto alla costituzione della nuova entità giuridica. Tutte le condizioni previste per una nuova Chiesa erano dunque presenti.
Così il 23 aprile 1940 il Vescovo di Trivento, dopo aver acquisito in istruttoria anche il parere dell’Arciprete don Giovanni Scarpitti, parroco di Vastogirardi, emanò il decreto di costituzione della nuova Parrocchia “San Michele arcangelo di Pagliarone“.
Il decreto, interamente scritto nella bellissima e intramontabile lingua latina, apre con le seguenti parole:
“DECRETUM ERECTIONIS CANONICAE NOVAE PAROCCIAE SUB TITULO S. MICHAELIS ARCHANGELIS IN OPP VULGO «Pagliarone di Vastogirardi»“.
Il documento canonico individua e assegna il territorio di competenza della nuova Parrocchia. La parte del decreto relativo alla descrizione del territorio è l’unica riportata nella lingua italiana e recita così:
«Si assegna tutta la parte tratteggiata in rosso a linee e punti come nella carta planimetrica alligata, avendo per demarcazione il R. Tratturo Celano-Foggia, da colle delle Felce fino a Colle Taverna, nei confini del comune di Vastogirardi; le Contrade Ginepri, Pantanella, Torrente Vandra, risalendo per la Contrada Feudozzi fino a ricongiungersi col menzionato R. Tratturo nei confini dei Comuni di Carovilli, Roccasicura, Forlì del Sannio. Nella zona descritta è compreso anche il luogo abitato detto Cerreto di San Felice».
A don Vincenzo Amicarelli, il vescovo della Diocesi Triventina, all’epoca “immediatamente soggetta alla Santa Sede“, affidò la cura pastorale della neonata Istituzione.
La figura della Parrocchia assume importanza non solo nel Diritto Canonico ma anche nel Diritto Italiano (si pensi alla celebrazione del matrimonio concordatario): il giorno 4 luglio 1941, La Gazzetta Ufficiale del Regno ne pubblicava il riconoscimento ai fini civili nel “Regno D’Italia”.
Informo i cittadini di Villa San Michele di aver fatto realizzare una copia su “carta pergamenata” e fatto incorniciare i seguenti documenti: copia del decreto del Vescovo di Trivento di Erezione Canonica della Parrocchia; copia della “lapide muraria” a ricordo della posa della prima pietra della Chiesa.
I citati documenti si trovano nella sacrestia a disposizione di tutti.
Sergio D’Andrea
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