Ateleta, divertente funerale a Carnevale: domenica 11 febbraio
I festeggiamenti del carnevale ad Ateleta sono testimoniati da immagini risalenti ai primi del novecento. Frutto di un’accurata ricerca portata a termine dall’indimenticabile Mario Mannella, annotata sui suoi memorabili scritti, lasciati in eredità alla comunità ateletese. In particolare l’appassionato di storia locale concentrò le sue attenzioni sulla “Contradanza” e su due eventi datati 1929 e 1947.
“Si trattava di una sorta di teatrino ambulante, durante il quale i partecipanti, tutti in maschera e tutti maschi, percorrevano i quartieri del paese e le varie contrade allietando i cittadini con la musica di chitarra e mandolino, balli improvvisati, recita di strofette e parodie in tipico irriverente stile carnevalesco”, scriveva Mannella.
“Abbiamo appreso – rivelava nel suo studio – che tale pratica non era di tradizione annuale ma solo per determinate occasioni. Rientra invece nella pratica tradizionale, da parte dei giovani delle varie contrade, l’organizzazione di gruppi in maschera capeggiati da un “capo-bastone” vestito con un tipico copricapo conico molto evidente adornato con allegre decorazioni, il quale nei giorni del carnevale, conduceva casa per casa il gruppo di giovanotti (tutti maschi) mascherati e accompagnati da suonatori di chitarra, mandolini, fisarmonica e organetti. Questi – chiosava l’appassionato di storia locale – venivano invitati in casa dove si esibivano in balli, recita di strofette e parodie. Al termine veniva offerta loro una ricompensa in natura (uova, salsicce, salami).
A fine giornata – ricordava Mannella – il gruppo si riuniva presso un’abitazione dove venivano consumate in compagnia le ricompense accumulate. Diventando quel momento occasione di aggregazione, divertimento e socializzazione.
Tutto questo avveniva negli anni in cui nei nostri luoghi non esistevano locali per incontri e socializzazione. Si racconta da parte di svariati testimoni che fino all’inizio degli anni ’70, soprattutto nel centro del paese, al corteo carnevalesco si aggiungeva una sorta di funerale di “carnevale” durante il quale un fantoccio tipo spaventapasseri, rappresentante “carnevale”, posto su una lettiga di legno (in dialetto bajard ovvero tipico attrezzo utilizzato per allontanare il letame dalla stalla) veniva condotto lungo le strade accompagnato da donne piangenti vestite di nero (uomini mascherati). Al termine della giornata si finiva in una piazzetta dove al cospetto della cittadinanza si bruciava il fantoccio secondo un rituale teso ad esorcizzare l’anno trascorso con quanto di negativo si voleva distruggere auspicando il passaggio alla bella stagione la primavera con la rinascita della natura”.
Un’usanza che il neo direttivo della Pro Loco di Ateleta vuole riportare in auge, in chiave moderna, domenica 11 febbraio . Appuntamento divertente per adulti e bambini, ai quali l’Associazione di promozione turistica da appuntamento in Piazza XX settembre, a cominciare dalle ore 15.30.
Vietato non partecipare!
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