Il corner di Marco Santopaolo: L’Italia dei ct vuole tutto e subito!
Battiamo l’Inghilterra e siamo dei fenomeni, perdiamo contro il Costa Rica e siamo delle pippe. E’ il bello (e il brutto) del calcio, ovvero il “chiacchiericcio da bar” privo di quel sano equilibrio indispensabile per giudicare serenamente una prestazione.
Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli: nel calcio più si ha e più si vuole avere. L’Italia è un pretesto, dalle nostre parti un altro esempio è paradigmatico.
Chi non ricorda la ‘contestazione’ subita dalla proprietà del Castel di Sangro al momento della retrocessione dalla serie B?
Erano gli stessi ‘eroi’ che avevano guidato il Castello dalla Seconda Categoria alla serie cadetta in tre lustri.
Tutto questo non fa bene al calcio, perché impedisce di programmare. Di conseguenza, l’ossessione del risultato conseguenza di (op)pressione del pubblico porta alla costruzione di castelli di carta, pronti a crollare al primo soffio di Eolo.
E’ la società a proporre il modello del ‘tutto e subito’: prima per effettuare una ricerca serviva accendere la lampadina nella propria testa per consultare il libro giusto, ora basta accendere il pc e navigare sul web.
Tornando all’Italia, i 60 milioni di Ct hanno immediatamente criticato Prandelli al primo passo falso. L’allenatore deve augurarsi che gli azzurri riescano almeno a passare il turno, diversamente passerà una brutta estate.
E in tanti ne chiederanmo le dimissioni, sognando di prenderne il posto dall’alto del proprio comodo divano.
Marco Santopaolo
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