Il Corner di Santopaolo – Caso Lotito: perchè l’Italia non è un paese serio
Il presidente della Lazio potrebbe esere defenestrato da Gabriele Gravina
In un paese serio, il presidente della Lazio (e patron della Salernitana) Claudio Lotito oggi non siederebbe più nel Consiglio Federale della Figc. Non farebbe il bello e cattivo tempo agli allenamenti della Nazionale, né in ogni occasione in cui il calcio si riunisce nell’esercizio delle facoltà democratiche.
Invece Lotito fa tutto questo e anche di più, ed è forte la sensazione che continuerà a farlo. Insieme a questa sensazione, ce n’è anche un’altra: quella di disgusto per la tracotanza dei padroni del vapore. In un altro paese non sarebbe così, ma noi siamo in Italia. Dove tutto (ed a tutti) è concesso.
In un paese serio, il calcio avrebbe già cacciato a calci un uomo che sputtana il sistema rivelando che nessuno conta quanto lui, che veste i panni del Presidente della Figc, della Lega Serie A e della Lega Pro. Intimando al presidente della Lega Serie B di non far “salire” né Carpi né Frosinone.
Motivo? I diritti tv. Perché per Lotito il calcio è soltanto business. La sua tesi è di facile comprensione: il Carpi, capolista in serie B, se viene promosso in serie A continuerà a muovere pochi spettatori, ergo pochi abbonati. Di conseguenza, chi compra i diritti tv sarebbe meno interessato agli stessi.
Lotito è spaventato all’idea di una serie A con Carpi, Chievo, Empoli e Sassuolo, club piccoli ma più bravi (a giudizio del campo, giudice supremo dello sport) di altri. Perché per lui il calcio è un modo come un altro per fare soldi. E così, vorrebbe eliminare “questi club che non contano un c…”.
Lotito pretende una serie A a 18 squadre, una serie B con altrettanti club e una Lega Pro con 36 società (attualmente ne sono 60, qualche anno fa ne erano addirittura 90…). In questo modo lui potrà ingrassare di più, essendoci meno commensali che devono dividersi una torta certamente più grande.
Non pretendiamo che l’Italia mandi al confino il Marchese del Grillo, ma vorremmo che il calcio lo ridimensionasse. Lunedì la prima occasione: assemblea di Lega Pro, atto secondo. Il “suo” avversario è Gabriele Gravina. L’uomo che portò il piccolo Castel di Sangro (un Carpi qualsiasi…) in serie B.
Marco Santopaolo
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