Il corner di Santopaolo – Lo ha detto il giudice: “Se la partita è truccata siano risarciti gli spettatori”
La partita è truccata? Il tifoso va risarcito! La sentenza, storica, porta la firma di un giudice del Tribunale di Bari, il quale ha sancito che il derby di serie A Bari-Lecce del 15 maggio 2011 (terminato 0-2) fu “acquistato” dai salentini per 200.000 euro, ed ha pertanto condannato gli autori della combine a risarcire 200 spettatori che si erano costituiti parte civile nel processo.
400 euro ciascuno, questa la cifra che si vedranno recapitare quegli sportivi che, sentendosi presi in giro, hanno chiesto un risarcimento a chi ha barato. Un precedente clamoroso quello che questo giudice ha introdotto, perché apre uno scenario interessante in un momento in cui la credibilità dello sport più amato dagli italiani è ai minimi storici anche per questo tipo di vicende.
Pensandoci, se intendiamo il calcio come sport (e non come business) non c’è cosa più odiosa che truccare una partita. C’è gente che non pensa ad altro che alla partita, che vive la settimana per quelle due ore, e magari rinuncia a qualcosa per conservare i soldi utili ad acquistare il prezioso biglietto. E magari scopre di aver assistito ad una farsa, non ad una gara.
Chi va al cinema, raramente conosce il finale del film. Allo stesso modo, chi va allo stadio magari può sperare che la partita si metta in un certo modo, ma la gara inizia sempre dallo 0-0 pertanto l’esito può essere imprevedibile. Quando non lo è, il calcio non ha più motivo di esistere come sport, ma solo come strumento delle mafie per ripulire denaro di dubbia provenienza.
E’ giusto, allora, che chi ha barato paghi le sue colpe con la stessa moneta che aveva inseguito con mezzi illeciti. Così come sarebbe giusto punire con il massimo della pena (radiazione, ovvero l’ergastolo sportivo) chi pone in atto qualsiasi comportamento volto ad alterare il risultato di un incontro. Soltanto così possiamo (sperare di) riavvicinare la gente a quel pallone che rotola …
Marco Santopaolo
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