Il Corner di Santopaolo: Perchè non creare un grande settore giovanile in Alto Sangro?
Il campionato di serie A è iniziato da un pezzo, ma è in questo fine settimana che si è aperta ufficialmente la stagione di tanti campionati cosiddetti “minori”. Nel comprensorio dell’Alto Sangro sono diverse le squadre che hanno da poco messo i tacchetti ed iniziato ufficialmente il proprio torneo tra Promozione, Prima e Seconda categoria tra Abruzzo e Molise.
Il calcio ha infatti abbattuto i confini geografici, dimostrando buonsenso. Tre squadre di Alfedena, Castel di Sangro e Scontrone, paesi in provincia dell’Aquila, giocano stabilmente nei tornei molisani. La strategia è semplice: la sede sociale è in Molise, in un paese senza campo, pertanto la Federazione è “costretta” a derogare l’utilizzo di campi sportivi vicini.
Fatta la legge trovato l’inganno? Sì, e non c’è da scandalizzarsi perché in alcune circostanze le logiche del buonsenso dovrebbero prevalere, soprattutto in quei campionati in cui a dominare c’è ancora quel puro spirito dilettantistico che porta un gruppo di persone a stare insieme per il piacere di farlo e per costruire qualcosa di sano facendo anche attività sociale.
Che senso avrebbe costringere queste persone di buona volontà ad imbarcarsi in viaggi in terminabili per giocare a 150 chilometri dal proprio paese, se invece c’è la possibilità di disputare le stesse gare nel giro di poche centinaia di metri? Meglio giocare con i vicini, è più divertente battere un avversario che si conosce e con il quale condividere una birra al fischio finale.
Come sono lontani i tempi del “vecchio” Castel di Sangro. Quindici anni fa non esistevano realtà “locali”: ad Alfedena il campo non c’era, a Scontrone ospitava al massimo gli allenamenti del Castello. Adesso ogni paese ha la sua squadra e le sfide della domenica hanno un sapore particolare. Se poi tutte le società unissero le forze per costruire un grande settore giovanile.
Marco Santopaolo
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