Gli eventi degli ultimi vent’anni hanno conferito a Castel di Sangro il simbolico titolo di “città dello sport”. Attività estive ed invernali animano ogni giorno un comprensorio che ha abbracciato Abruzzo e Molise, richiamando a sé sportivi agonisti e non. Lo sport è vita, ma come ogni cosa va fatto nella giusta maniera. E prima di iniziare a farlo, bisogna accertarsi di poterlo fare.

Domanda: come fa una persona a sapere se può praticare quel tipo di disciplina sportiva? Semplice: attraverso una certificazione medica. Per gli agonisti è obbligatoria, al punto che un presidente di un’associazione sportiva che consente al socio di allenarsi senza certificazione commette un reato. Un recente decreto legge, invece, fissa le regole per gli sportivi non agonisti.

Al di là di quel che prevede lo Stato, sottoporsi a visita medica prima di intraprendere un’attività che metta sotto sforzo l’organismo dovrebbe essere un obbligo morale prima di tutto dell’atleta stesso e della sua famiglia. Purtroppo non sempre è così, a causa di una maledetta convinzione di essere (o di avere in famiglia) un “super-uomo” che può spaccare il mondo.

Non dovrebbe esserci freno economico di fronte alla salute, anche se spesso i rallentamenti sono dovuti alla macchina della sanità pubblica e alle sue lungaggini burocratiche. Anche in questo caso Castel di Sangro può vantare un’eccellenza: il Sangro Health System, un centro servizi medici integrati in cui, da qualche giorno, è operativo l’Ambulatorio di Medicina dello Sport.

Oltre al rilascio del Certificato di idoneità sportiva, questo centro sviluppato su oltre 600 metri quadrati di superficie nei quali sono collocati 11 ambulatori specialistici, due studi odontoiatrici ed un’area riservata alla riabilitazione ed alla fisioterapia con una palestra attrezzata, vanta anche la collaborazione del cardiologo Giovanni Tonti, premiato con il premio Edler per la sua attività.

Marco Santopaolo