Medico di Medicina Generale torchiato “Pronto! Dottore mi serve il certificato”
In questi due anni di pandemia tutti noi abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini sociali e lavorative per provare a contenere questo virus. Tanti tentativi, molti inefficaci e costosi, che hanno mutato soprattutto il nostro lavoro, in alcuni casi visibile altri in modo visivamente impercettibile.
La figura del Medico di Medicina Generale è quella figura professionale che ha subito più di tutti questa trasformazione. Basta tornare indietro con la mente di alcuni anni e provare ad aprire i cassetti dei ricordi. “Quante telefonate facevi al tuo Medico di Base nell’arco dell’anno?” Le persone più anziane sicuramente hanno avuto questa necessità più degli altri, ma voi giovani (e tra questi metto anche i quarantenni) quante volte avete chiamato al telefono il vostro Medico?
Poche, in alcuni casi zero volte. Ora, ad occhi aperti ditemi quante volte avete telefonato al vostro Medico questo mese e, moltiplicate queste volte per circa 1500 pazienti che un medico di base gestisce. Esatto. Talmente tante chiamate che neppure un abile centralinista Outbound saprebbe gestire in poche ore.
Ma il Medico di Medicina Generale e Pediatrico non risponde solo al telefono ma deve gestire: Green Pass, certificati di guarigione, certificati di malattia, registrazione infortunio, registrazione tamponi, certificato gravidanza, certificati DAD, rientro scuola, certificato palestra, ecc. ecc. ecc. Insomma una sorta di Medico Ragioniere, ingessato dalla burocrazia dei certificati effettuati principalmente per telefono e spesso senza contatto diretto con il proprio assistito.
I Medici sono esasperati e lo dicono con una lettera aperta.
“Noi Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta dell’area Sangrino-Peligna con questa lettera vogliamo lanciare un grido d’allarme ed invitare le autorità sanitarie competenti a sollevarci dallo tsunami burocratico. Un carico burocratico che abbrutisce la nostra professione e ci mortifica.
Siamo ridotti ad essere meri esecutori di atti burocratici, un’attività che impegna gran parte della nostra giornata lavorativa e che non ci consente più di svolgere la professione medica. Tale carico burocratico ci costringe a proseguire il lavoro a casa, dove trascorriamo gran parte del tempo davanti al computer rimbalzando tra i diversi portali sanitari ad inserire dati.
Rimarchiamo con forza che il nostro lavoro non è quello del terminalista; alla cui figura professionale va il nostro rispetto. Ci si chiede perché a richiedere un tampone molecolare per una visita specialistica dobbiamo provvedere noi, quando nello stesso nosocomio per un qualunque accesso in pronto soccorso sono gli stessi operatori sanitari ad assolvere a questo compito? Che senso ha inviare il referto dei tamponi molecolari a noi, quando risparmiando tempo potrebbe essere inviato direttamente al paziente?
A tal proposito giunge voce che a breve sarà istituita l’ennesima piattaforma che dovrebbe consentire agli utenti provvisti di SPID di visionare direttamente il proprio referto; ma quanti ultrasessantenni saranno in grado di farlo? Molti si rivolgeranno a noi anche per questo.
Il campo di applicazione dei Medici di Medicina Generale non può e non deve essere la tastiera di un computer, ma la gestione della patologia cronica, la medicina di iniziativa e la medicina preventiva. Quest’ultima, quasi dimenticata a causa del carico burocratico, assume un ruolo importantissimo ai fini del buono stato di salute.
Per noi è urgente riprendere in mano la situazione, ormai sfuggitaci, attraverso l’esercizio della professione che consiste nella diagnostica e terapia. È proprio a causa della burocrazia che, in questi ultimi tempi caratterizzati dalla pandemia, non si riesce più a curare in maniera adeguata i pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie cronico-degenerative.
In questo specifico ambito medico rivendichiamo con orgoglio la nostra unicità e vogliamo difendere il nostro ruolo ai fini della tutela della salute dei nostri pazienti. Siamo disponibili ad aprire un confronto con i vertici aziendali per risolvere nel migliore dei modi la problematica. Alla nostra richiesta sono particolarmente interessati i cittadini-pazienti“.
Michele Di Franco
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