Agnone, Università delle Generazioni lancia l’idea di pubblicare la storia della comunità montana
“Dal Gruppo 38 alla Stilcoop, dalle lotte per l’ospedale al Cenacolo francescano e alla Pro Loco, urge codificare la storia sociale di Agnone come memoria collettiva”. Questo il grido di Domenico Lanciano responsabile de L’Università delle Generazioni che “nell’ultimo trentennio – sostiene Lanciano – ha sempre chiesto e poi ha più volte sollecitato le numerose “stazioni” di aggregazione sociale e i più importanti protagonisti di fatti, eventi e movimenti, affinché scrivessero le loro memorie individuali e collettive al fine di dare ai concittadini presenti e futuri adeguati strumenti di conoscenza e, soprattutto, di esempio nei valori e di vigilanza democratica ai giovani alle prese con un mondo globale tanto utile quanto insidioso, specialmente sui diritti-doveri civili”.
“La codifica della Storia locale – aggiunge – è quanto mai basilare non soltanto per la cultura ma anche per tanti altri risvolti e settori produttivi del territorio. La memoria collettiva vale di più se la codifica viene fatta dai diretti protagonisti e testimoni.
Ma purtroppo il tempo (che passa inesorabile) ci sta togliendo, ad uno a uno, i componenti delle generazioni del dopoguerra e dei movimenti giovanili degli anni 60-70. Pure per tale motivo sembra opportuno e assolutamente urgente e necessario raccogliere le forze ed anche adeguati autofinanziamenti affinché si definiscano i contorni testimoniali diretti e documentali di attività e periodi esaltanti e collettivi di cui questo territorio può andare fiero non soltanto a livelli regionali ma addirittura dentro contesti nazionali ed europei. E per avere motivazioni e importanza di ruolo non bastano i giornali locali, che si sono limitati e continuano a trattare prevalentemente la cronaca. Ci vuole di più. Sia chiaro, si fa già tanto ma non ancora abbastanza per valorizzare l’immenso patrimonio storico-culturale.
Agnone non è una città come le altre ed anche per questo urge effettuare sforzi adeguati alla tradizione. Possiamo riferisci, ad esempio, al ruolo avuto da partiti e da movimenti culturali, sociali e politici, come la Democrazia Cristiana, la Destra, il Gruppo 38, l’esperienza industriale della Stilcoop, le lotte in difesa dell’ospedale, il grande contributo dell’associazionismo e del volontariato (specialmente negli anni ottanta e novanta), così come l’ingente mole di lavoro prodotto dal Cenacolo Culturale francescano, dalla stessa Proloco, dalla Biblioteca Comunale, dall’Avis e dalla Fidas nella raccolta sangue, dalla locale Protezione Civile, nonché l’utilissima attività delle radio libere e quanto altro andrebbe bene ordinato e narrato alle generazioni presenti e future (come le attività sportive, le iniziative religiose, promozionali, o ludiche comprese, ma pure istituzioni come i Carabinieri, la Polizia, la Forestale, la Finanza, i Vigili Urbani, ecc.).
Si tratterebbe, ad esempio, di istituire un fondo finanziario per settori di interesse o addirittura comune, affinché si possano finanziare, con borse di studio o con altri sostegni economici ed istituzionali, giovani laureandi che scelgano come argomenti delle loro tesi proprio segmenti tematici locali. Ad esempio, i protagonisti superstiti del Gruppo 38 (che tanto ha significato e tanto ancora può significare nei valori, specialmente in questi tempi piuttosto preoccupanti con un futuro incerto, buio e retrò) potrebbero convergere con una quota pro capite in un fondo comune proprio per finanziare le ricerche e il racconto (col metodo della tesi di laurea o della saggistica) degli anni in cui la gioventù agnonese vibrava di ideali e di tentativi pratici di un mondo migliore negli anni 60-70.
I risultati potrebbero essere pubblicati, a costo quasi zero, sul web (anche attraverso i social) oppure, se possibile, anche in cartaceo, a futura memoria. Assai utile sarebbe pubblicare una “Storia della Comunità Montana” un ente assai trascurato ma che ha avuto un ruolo importante e spesso decisivo. E, guardando al presente e al futuro, sarebbero necessari poter contare su altri mezzi di conoscenza come quelli della storia e delle produzioni dell’agropastorali, dei latticini, dell’industria boschiva e delle prospettive future dell’ambiente e delle ricettività turistica. Insomma – conclude l’Università delle Generazioni – la conoscenza, la codifica e la diffusione della propria Storia in tutti i settori possono contribuire notevolmente ad aumentare il livello di civiltà, di economia, persino di benessere e di orgoglio di una Comunità. L’alternativa sarebbe il nulla o la mediocrità storico-sociale e l’indebolimento della stima di sé stessi, eventualità perniciosa specie in un futuro che si intravede assai poco rassicurante“.
Vittorio Labanca
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