Danni da fauna selvatica, Di Pietro: ” Risarcire subito e ampliare i periodi di abbattimento”
I danni da fauna selvatica al centro del partecipato incontro – dibattito tenutosi ad Agnone nel pomeriggio di ieri, . In una sala gremita del Teatro Italo Argentino, il Consigliere regionale delegato alla caccia, Cristiano di Pietro ha incontrato amministratori locali, cittadini, agricoltori e rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato nonché delle associazioni venatorie per discutere della problematica e delle possibili soluzioni.
Un confronto importante e utile ad illustrare ai presenti le iniziative messe in campo dal consigliere Di Pietro per far fronte all’emergenza legata alla massiccia presenza di cinghiali sul Nostro territorio che sta producendo inevitabili danni al patrimonio agricolo e zootecnico.
«Ora è il momento di dare risposte concrete – ha dichiarato Di Pietro alla numerosa platea presente – i tempi sono cambiati, lo scenario è mutato e occorre agire in deroga alle normative vigenti che a distanza di un ventennio non sono idonee a salvaguardare il patrimonio faunistico e a garantire la tutela dell’agricoltura e dell’ambiente, nonché l’incolumità delle persone.
Da un lato si è reso necessario – ha proseguito il Consigliere – il ricorso a misure straordinarie come la richiesta dello Stato di calamità naturale presso il Governo nazionale con ampliamento dei termini del periodo di abbattimento. Dall’altro, in linea con quanto previsto dalla legge, prosegue il dialogo costante con l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale per sviluppare attraverso i dovuti censimenti un adeguato piano di prelievo e contenimento.
Contemporaneamente, ha concluso Di Pietro, con il secondo atto recentemente protocollato ci stiamo muovendo per far fronte ai danni subiti dagli agricoltori. Un ordine del giorno che sarà presto portato all’attenzione del Consiglio con cui si impegna il Presidente della Giunta regionale a reperire le somme dei decreti ingiuntivi e a prevedere nel prossimo bilancio fondi per liquidare le richieste ancora in atto».
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