Emergenza cinghiali, ‘Coscienza Civica’ propone soluzioni serie ed efficaci
La sovrappopolazione dei cinghiali in regione, della quale abbiamo evidenza mediatica quotidiane, a causa delle devastazioni delle colture agricole e degli investimenti automobilistici, rappresenta una problematica che secondo il movimento “Coscienza Civica” deve essere affrontata in tempi brevi in quanto le soluzioni sono possibili. “La prima soluzione – dice il movimento – consiste certamente nel perseguire una diminuzione del numero dei cinghiali nelle aree dove è in eccesso autorizzando la caccia al di fuori del calendario venatorio e fino ad un riequilibrio con la capacità portante del territorio.
La seconda – prosegue il coordinatore regionale Giacomo Lombardi – conseguenziale ed opportuna per trasformare un problema in opportunità, consiste nell’organizzare le carni degli animali cacciati per creare una catena commerciale da cui il nostro territorio potrà sicuramente trarne vantaggi economici. Questo punto ovviamente non può prescindere da una legittimazione sanitaria secondo quanto già previsto dal Regolamento Regionale per la commercializzazione della selvaggina. Il Regolamento in questione prevede inoltre le norme per l’abbattimento, raccolta, conferimento ispezione sanitaria e stoccaggio delle carni nonché per lo smaltimento dei visceri non edibili e dei sottoprodotti. In merito alle strutture necessarie potrebbero essere opportunamente utilizzati gli ex mattatoi a capacità limitata, pubblici e privati, che non hanno subito la trasformazione in mattatoi CEE e che sono abbastanza diffusi sul territorio.
“Questo processo – conclude l’esponente politico – se adeguatamente perseguito e gestito conferirebbe alla selvaggina cacciata una garanzia di qualità e sanità con uno straordinario ritorno in termini di identità territoriale sfruttabile per la ristorazione e promozione turistica. Inoltre è fondamentale conclude il movimento “Coscienza Civica”: 1) Un piano straordinario per il sele controllo o prelievo straordinario dei selvatici in eccesso. Tale Piano già condiviso con le associazioni di categorie interessate è di fatto ancora fermo nella commissione del Consiglio Regionale per motivazioni non pertinenti alla sostanza del problema e che costituisce un “tappo” alla soluzione di tutta la problematica; 2) Una ulteriore valorizzazione della figura del cacciatore che diventerà un operatore ambientale ed al quale occorrerà una formazione che assume le connotazioni di OSA (Operatore del Settore Alimentare); 3) Strutturare una procedura concordata di valorizzazione e commercializzazione del prodotto coinvolgendo anche l’Università del Molise; La mancata approvazione in Regione di tale Regolamento blocca di fatto la creazione della catena di commercializzazione dei prodotti della caccia ed impedisce il superamento dei pericoli, che il sovrannumero di cinghiali ha determinato con l’esposizione a rischi, sia per le colture agricole che per la salute umana”.
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