Festa dell’amicizia a Roma, l’abbraccio del vescovo Claudio Palumbo ai bagnolesi
Anche quest’anno, come da consuetudine, un gruppo di bagnolesi abitanti al paese, guidati dal loro amato parroco, don Mauro Di Domenica, e dal loro stimato sindaco, Angelo Camele, si sono recati a Roma, il giorno 7 aprile, quinta Domenica di Quaresima, presso la Parrocchia Santa Maria della Presentazione, per celebrare la Festa dell’amicizia, insieme al Vescovo, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Claudio Palumbo, che ha presieduto la Santa Messa, insieme ai numerosi “bagnolesi romani“. Un abbraccio fraterno fra Vescovo e bagnolesi ha solennemente suggellato l’incontro.
Tra i partecipanti al viaggio si è instaurato, fin dal primo incontro mattutino, un bel clima di condivisione e Comunione, ulteriormente arricchito dalle preghiere che hanno accompagnato una parte del tragitto, proprio per affidare al Signore e alla Madonna il viaggio che si stava per intraprendere. Molto apprezzata è stata anche la colazione consumata lungo il percorso e gentilmente offerta dal primo cittadino di Bagnoli. A Roma, intanto, venivano meticolosamente organizzate l’accoglienza e la giornata da trascorrere insieme: dalla preparazione della Santa Messa e della Chiesa, al ristorante dove spostarsi per pranzare, senza tralasciare piccoli dettagli come la statuina della Madonna di Fatima, i fiori, la lotteria, le foto-ricordo, gli spostamenti vari.
La maggior parte dei bagnolesi non aveva avuto più l’occasione di incontrare il Vescovo Claudio dal mese di agosto, quando lui si recò a Bagnoli per la consueta festa della Madonna di Fatima. La sua presenza, pertanto, è stata vissuta come un dono prezioso e un momento di grazia, per via anche della relazione empatica che Sua Eccellenza ha saputo spontaneamente instaurare fin da subito con i fedeli, da lui definiti “figli miei, figli della mia Diocesi molisana di Trivento”.
La Santa Messa delle ore 11:30 è iniziata con i saluti del Vescovo a tutti i bagnolesi e alla comunità parrocchiale di Roma, formulando altresì calorosi auguri di compleanno a Don Crispino, parroco Di Santa Maria della Presentazione; uno scrosciante applauso esprimeva la profonda gioia del momento, reso ancora più solenne dalla celebrazione del Sacramento della Riconfermazione di Elisa, una bravissima e dolcissima ragazza del posto, che ha ribadito il suo sì al Signore e confermato le promesse battesimali in maniera consapevole e convinta.
Il Vescovo ha invitato tutti a lasciarsi travolgere dal sole di Dio, a vestirsi con gli abiti giusti per ascoltare la Parola di Dio e seguire la Santa Messa, che ogni cristiano contribuisce a (con)celebrare con la sua presenza.
Il Pastore diocesano, durante l’omelia, ha ricordato che stiamo vivendo il periodo della Quaresima, definendo il Vangelo del giorno un Vangelo esplosivo, con il passo dell’adultera peccatrice, che fa seguito alla parabola del padre misericordioso della Domenica precedente.
Dopo la simpatica e inattesa battuta alle donne presenti, “mica avete lasciato la pentola sul fuoco? Perché…si sa…un Vescovo che viene da tanto lontano deve fare almeno un’ora e mezza di predica!”, Monsignor Claudio afferma di voler solo trarre insieme ai presenti delle semplici e piccole schegge dalle letture proposte, da conservare e incastonare nel cuore di chi si mette nel giusto atteggiamento di ascolto attivo e vivo della Parola di Dio.
La prima meditazione è sulla Prima Lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, scrittore della parola ordinaria: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche!” L’invito è a riflettere su quelle presenti, pronte a germogliare in maniera nuova perché Dio ridona sempre speranza con promesse che colmano di stupore, come durante l’esilio in Babilonia, quando il popolo del Signore era nella prova. Ecco allora la tensione tra passato e presente, l’invito a dare una svolta alla propria vita, a convertirci, a cambiare rotta, a progettare sempre, nonostante le difficoltà, senza assecondare l’attrattiva della nostalgia.
La seconda scheggia, desumibile dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (Seconda Lettura), la lettera della Gioia, è l’invito a tendere, ancora una volta, alla mèta Celeste, alla Gerusalemme del Cielo, per ricevere da Dio il premio eterno, perché “l’uomo vive nel mondo, ma non è del mondo”. Sovente esso si lascia trasportare dal relativismo imperante, che divora, che rende spesso i cristiani tristi, con facce da funerale, che non esprimono la gioia del Cristo Risorto (e qui il Vescovo fa riferimento ad un’espressione in tedesco! Che cultura a 360° la sua!). Il cristiano sia “sale del mondo e luce della terra”, “si allontani dal proprio ombelico, dalla “gastrimarchia, dalla voracità o follia/idolatria della gola e del ventre, in rapporto con il cibo”, come ricordato dal Vescovo nel suo Piccolo abbecedario quaresimale, scritto di suo pugno per accompagnare i fedeli in questo tempo forte dell’anno liturgico e donato ai presenti al termine della Santa Messa, quale viatico per l’ascesa verso la Pasqua.
Di nuovo, quindi, una tensione tra passato e presente.
E poi le bellissime parole evangeliche di San Giovanni, da qualcuno attribuite alla penna di San Luca Evangelista. Ci viene presentato Gesù Maestro, chiamato a sentenziare sull’operato della donna peccatrice, una donna che in Oriente allora non aveva alcuna voce in capitolo (come spesso accade ancora oggi e non solo in Oriente!), un’adultera già condannata dai farisei, i moralisti del tempo, giudici spietati del prossimo, come spesso ci mostriamo anche noi nelle nostre fragilità quotidiane quando non facciamo posto al per-dono. E qui il Vescovo Claudio riferisce di un aneddoto e di una situazione simile accadutagli durante il “suo contatto spicciolo con le anime” quando aveva solo il ruolo di parroco.
Gesù, dunque, viene chiamato a schierarsi, a scegliere tra la Legge di Mosè e le leggi del Diritto Romano. Ma, con sorpresa di tutti, il Maestro si mette a scrivere; su quelle parole si sono spesi fiumi d’inchiostro per interpretare il significato ed il significante di quello scrivere. Quelle parole rimarranno nelle mente e nel cuore di quelle persone per le quali sono state scritte; probabilmente si spiegano solo con altre parole delle Sacre Scritture, in particolare di Geremia, quando afferma che “verrà scritto sulla sabbia il nome di colui che ti abbandonerà”. Forse il gesto di Gesù è quello di eliminare il nome degli accusatori. Ecco, allora, il perdono di Gesù, che apre all’adultera una vita nuova, rincuorandola con le sue consolanti parole, con il suo invito a non peccare più, come fa qui e ora anche con noi, peccatori bisognosi della sua immensa Misericordia.
“Relicti sunt duo, misera et misericordia” (rimasero in due, la misera e la Misericordia), affermava Sant’Agostino, “come a dire che c’è una disparità profonda tra Colui che incarna la Misericordia nella sua stessa persona e colei che, nonostante il suo peccato, non è la miseria ma semplicemente una misera. In questa definizione c’è l’infinita distanza tra l’essere peccato e l’essere peccatore, distanza che è alla base del perdono donato da Colui che, invece, non è solo misericordioso, ma è la Misericordia”. Anche François C. Mauriac affermava a tal proposito che “tra l’Agnello di Dio e la miseria non esiste abisso che la Misericordia non possa colmare”. Nel suggestivo brano evangelico Gesù non scusa la peccatrice ma la perdona, perché nel perdono c’è la pienezza dell’amore; sceglie di tenderle la mano per sottrarla all’umiliazione del peccato e darle la possibilità di rinascere a una nuova vita, come fa ogni giorno con noi, aprendo un dialogo di essenzialità decisiva che ci apre alla conversione e non ci fa rimanere ancorati alle paralisi di oggi, quelle paralisi che spesso colpiscono soprattutto i giovani, quando non si parla più loro di Dio, quando nelle famiglie non si recitano più le preghierine di tenerezza, le giaculatorie, le frasi e le piccole poesie, magari di Trilussa, ricordate ancora adesso anche da Sua Eccellenza, che ribadisce quanto sia importante riscoprire anche questa dimensione familiare della preghiera. Cerchiamo di inculcare nei giovani il pensiero di Dio, il parlare di Dio, l’amore di Dio!
“Va’! Ti sono rimessi i tuoi peccati”; questo vale per tutti (in fondo nessuno è disposto a scagliare per primo la pietra!), anche come augurio per Elisa, in procinto di ricevere dal vescovo il Sacramento della Confermazione affinché lo Spirito Santo diventi per lei e per tutti potenza di luce, di vita, di gioia.
Proprio pensando ai giovani, alle nuove generazioni e ai bambini, il Vescovo ha rivolto al Padre una preghiera speciale, invitando i presenti ad abbandonarsi fiduciosamente a Dio per chiedere, ringraziare, santificare e dialogare con Lui.
Al termine della Santa Messa don Mauro, visibilmente contento, ha ringraziato, a nome dei fedeli bagnolesi e non, il Pastore della Diocesi triventina, il parroco don Crispino e tutti i presenti. Sua Eccellenza, dal canto suo, ha fatto la stessa cosa, esprimendo tutta la sua gratitudine per l’accoglienza ricevuta, per l’organizzazione dell’incontro da parte del comitato, invitando i presenti a pregare tanto per i sacerdoti, specialmente per quelli che, come un suo amico frate, desiderano ardentemente santificarsi, fino a piangere amaramente per gli scarsi risultati ottenuti. Il Vescovo si scusa per la sua mancata presenza al pranzo, ma, per impegni pastorali inderogabili (25° Anniversario Episcopale dell’Arcivescovo Giancarlo Bregantini a Campobasso), è costretto a rientrare in sede. Rinnova il suo caloroso abbraccio a tutti i presenti, bagnolesi e non, che hanno partecipato intensamente alla liturgia. Quest’ultima è stata animata dalle suore di un convento vicino, in una maniera davvero soave e sublime; al coro delle religiose si sono uniti anche i coristi presenti di Bagnoli del Trigno; per essi è stata, ancora una volta, una bella esperienza di confronto, condivisione, fraternità che li aiuta sicuramente a crescere e a maturare, oltre che a livello tecnico-vocale, anche e soprattutto a livello umano.
Dopo la Santa Messa, seguita con partecipazione e raccoglimento, il numeroso gruppo di bagnolesi si è recato presso il ristorante Dancing Paradiso dove è stato consumato un ottimo pranzo, protrattosi fino al tardo pomeriggio. I commensali, tra l’altro, hanno potuto allegramente godere di un intrattenimento musicale, che è stato un po’ il sottofondo piacevole dell’intero pranzo, consumato in maniera conviviale, con balli e danze, con scambi di esperienze, impressioni, ricordi, eventi e fatti che accomunano i bagnolesi che sono al paese e quelli che invece vivono a Roma. E dove c’è una festa non possono mancare le squisite scrpell, il dolce tipico della tradizione bagnolese, gentilmente preparate da zia Lucia!
Come si sa, le cose belle passano in fretta! Dopo una memorabile giornata trascorsa in compagnia, ciascuno è tornato nella propria casa, nell’intimità della propria famiglia, ma con la consapevolezza che intorno a noi abbiamo una sorta di rete che ci unisce, che ci rende comunità, al di sopra della quale c’è solo Lui, nostro Signore, che, con la sua costante e discreta presenza, è stato un po’ il collante di tutta la giornata trascorsa insieme a Roma. È stata una bella esperienza perché, quando si sta insieme nel nome del Signore, si respira un’aria di gioia! Torniamo allora alla nostra vita quotidiana per seminare il bene, sostenuti dalla speranza del Cristo Risorto, che ci conduce alla Pasqua ormai vicina!
Silvia Di Paolo
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.