Il senso della vita abbracciando un albero monumentale
Quante ne hai viste amico mio, osservando dalla tua alta cima il mutevole luogo di San Pietro Avellana che ti ospita. Ad osservarti bene non si direbbe che hai già 140 anni eppure guardati, cosi robusto, cosi imponente. Ricordi quando eri ancora un piccolo ramoscello? Quelli si che erano tempi difficili.
Ricordare e ringraziare il sacrificio dei tuoi amici per aver permesso la sopravvivenza della nostra specie è doveroso. Abbiamo avuto bisogno di voi per sfamare e riscaldare i nostri figli. Senza voi non avremmo potuto raccogliere i preziosi frutti che la natura crea.
La tua ombra ha sempre offerto un prezioso riparo a noi esseri viventi. Hai resistito alle intemperie del freddo e del gelo e neppure i fulmini del cielo sono riusciti a farti tremare.
Oggi ti guardo pensando che per dieci lunghi anni ti ho guardato. Ti ho visto maestoso vestito di un verde lussureggiante. Ti ho visto nudo con i tuoi lunghi rami distesi verso il cielo.
E’ strano, ma noto che troppe volte passi inosservato agli occhi di chi ti sta vicino, eppure vieni immortalato e glorificato da coloro che giungono da lontano. Ogni giorno camminano accanto a te centinaia di persone sulla s.s. 652 presso la stazione Eni, eppure sono in pochi a soffermarsi per venerare la tua magnificenza.
Ma vedrai che saranno in tanti a farti visita ora che sei stato insignito dell’onorificenza di “Albero Monumentale”. Serve davvero questo titolo per apprezzarti e volerti bene?
No, perché basta ammirarti qualche minuto e abbracciarti qualche secondo, per trovare quella pace interiore che ognuno di noi cerca quotidianamente.
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