Lombardi: “Produttività e competitività, contro il calo demografico in Molise”
"Chi pensa che non sia possibile farcela è meglio che torni a fare altro", tuona il primo cittadino di Roccamandolfi
Pochi giorni fa sono stati diffusi alcuni dati sull’occupazione, che evidenziano come il Molise in linea con altre regioni meridionali abbia perso 10.748 posti di lavoro tra il 2008 e il 2014, ma la nostra regione a differenza di altri territori pare registrare un trend positivo nell’ultimo anno.
Questi dati – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – sono allarmanti e preoccupanti perché evidenziano una volta ancora una crisi profonda dell’intero sistema Molise. Senza voler entrare nelle polemiche sterili di questi giorni, solo chi non è intellettualmente onesto può pensare che questa situazione può essere addebitata ad una sola persona o peggio ad una sola parte politica, ma va ricercata, invece, in un insieme di fattori che negli anni sono venuti a mancare. Sicuramente la politica, insieme alle associazioni di categoria, ai sindacati deve avere un ruolo guida di programmazione economica e sociale, che di fatto non è stata in grado di svolgere, poiché è diventata autoreferenziale, pensando a se stessa e alle prossime elezioni più che alle prossime generazioni, determinando così un vulnus programmatico di cui stiamo pagando oggi più che mai le conseguenze.
L’Istat ci dice – analizza Lombardi – che il Molise nel 2050 sarà abitato da soli 250.000 cittadini e che ogni anno come regione perdiamo circa 1.800 residenti, allora mi chiedo ha senso parlare di autonomia regionale se a breve di fatto saremo una regione di anziani e con poca forza lavoro?
Ha senso parlare di turismo, ambiente, cultura, energie rinnovabili se poi siamo fanalino di coda come capacità di attrarre turisti nel visitare i nostri siti culturali carenti soprattutto di servizi perché nel bilancio regionale non si trovano mai coperture sostanziali per questi settori?
I dati drammatici dell’Istat sono stati commentati da importanti figure istituzionali con una rassegnazione disarmante, come se nulla si possa fare a riguardo per cambiare il trend negativo.
Se è vero come vero – spiega il sindaco- che questa è l’attuale proiezione per il futuro è anche vero che con una buona politica di programmazione economica e di sviluppo sostenibile del territorio, i dati possono essere invertiti o quanto meno attenuati. Il lavoro deve essere senza alcun dubbio la prima priorità assoluta per il 2016, poiché più lavoro significa più stabilità e di conseguenza più nascite e quindi si arginerebbe anche il drammatico esodo dei nostri giovani verso altre regioni o addirittura Paesi Europei. Inoltre se riuscissimo ad essere competitivi come Regione, ma qui voliamo semplicemente nel mondo delle fiabe, potremmo addirittura attrarre persone da Roma e Napoli vista la nostra vicinanza geografica e la scarsa qualità della vita di cui si beneficia nelle grandi metropoli.
E’ chiaro che creare le giuste condizioni non è facile, ma è altrettanto vero che di idee, programmi e progetti se ne sentono davvero pochi, magari si potrebbe trarre spunto da qualche realtà simile dal punto di vista sociale, culturale e morfologico che è riuscita a fare meglio di noi, magari si potrebbe chiedere ausilio a qualche buon economista, magari si potrebbero valorizzare intelligenze locali o di imprenditori di origine molisana, che hanno raggiunto risultati lusinghieri nel mondo, ma di certo non ci si può rassegnare.
Dopo tanti anni questa è la prima generazione che sta peggio dei propri padri e quindi c’è bisogno di uno scatto di orgoglio da parte di tutti, nessun escluso.
Se poi qualcuno non si sente all’altezza degli importanti ruoli istituzionali che riveste – conclude il primo cittadino – è giusto e dignitoso che faccia un passo indietro perchè c’è un’intera generazione a cui dare risposte e speranza per un futuro migliore.
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.