Ombre e sospetti sulla ‘Transiberiana d’Italia’. Francesco Tufano lo svela nell’intervista esclusiva a TeleAesse
Il presidente nazionale dell'Associazione Europea Ferrovieri svela i retroscena e le preoccupazioni per il futuro della linea ferroviaria Sulmona - Carpinone
Presidente Tufano secondo lei come sta andando l’iniziativa di Fondazione Fs sulla Sulmona-Carpinone?
Bhe, come si può vedere sono molti ad essere rimasti delusi dalle attese mentre io me lo aspettavo. Ci si aspettava che Fondazione, in proprio, rimettesse in piedi un sistema turistico che è stato letteralmente strappato dalle mani di un’iniziativa privata e che aveva dato i suoi frutti. Ma così non è stato e, secondo il mio parere, non lo sarà mai. Ovviamente, sarò ben felice di essere smentito.
Periodicamente vediamo passare dei treni storici su quella linea piuttosto che vederla chiusa, meglio di niente o no?
Certo e ne vedrete ancora fin quando qualche Associazione di volontari appassionati o qualche Istituzione, a prezzi elevatissimi, noleggia quelle vetture per fare dei treni turistici ma non vedrete mai dei treni d’agenzia o di operatori privati. Infatti, nessun imprenditore rischierebbe un alto capitale, qual è il noleggio di quei treni, per avere un risicato margine di guadagno. All’inizio, qualche privato voleva tentarci ma è stato subito scoraggiato dai costi proibitivi del noleggio. Credo che lo stesso Parco Nazionale della Majella, che all’inizio aveva osannato a un accordo con Fondazione, si sia tirato indietro rendendosi conto che costava tantissimo il noleggio di un singolo treno e di treni, organizzati dal Parco, su questa linea se ne sono visti veramente pochi. I quattro treni che il Parco della Majella aveva ordinato all’Impresa Sociale Transita erano costati meno della metà di quanto costerebbe, il noleggio di un singolo treno e, inoltre, ognuno di quei treni ordinati, dovevano rispondere a requisiti particolari.
Requisiti, verificati e certificati dai loro funzionari, prima di passare al pagamento di quelle somme che non sono state, quindi, elargite gratuitamente e che, peraltro, hanno rispettato il regolamento fiscale Italiano. Insomma, voglio dire che, se si vuole stare, in regola con il sistema fiscale Italiano, bisogna attenersi a determinate regole che renderebbero altamente sconveniente il noleggio di quei treni e non è possibile organizzare qualcosa che non è conveniente dal punto di vista economico e con la paura anche di non essere in regola con il fisco.
E’ assurdo, non le pare? Noi non ce la siamo sentiti di fare quello che stanno facendo i volontari di alcune Associazioni perché, oltre ad essere uno sforzo inutile, oltre a essere anti economico, oltre a non alimentare lavoro, è anche molto rischioso dal punto di vista fiscale e dalla normativa nell’organizzazione di viaggi.
Perchè il costo del noleggio è elevato?
Si badi bene, io non metto in discussione il costo del noleggio perché non conosco da quale ragionamento economico nasce, io dico solo che non è possibile, a quei costi, organizzare dei treni privati. Per prima cosa il prezzo del biglietto che esce dal rapporto costi del noleggio e posti offerti è molto alto. Seconda cosa, con prezzi così alti, è negata agli operatori privati di poter offrire ai loro clienti dei prodotti artigianali in treno così com’è stato fatto in passato e, terzo motivo, per costruire un valido sistema turistico da quel settore occorre che fosse data ai privati una possibilità economica di guadagnare da quel lavoro. Infatti, il volontariato mostra le sue pecche nella disponibilità dei singoli perché non tutti possono godere, di posti statali o di attività in proprio, da dove condurre giornalmente il proprio lavoro organizzativo nella predisposizione dei treni, nella loro organizzazione, nella loro comunicazione. Il lavoro costa e per avere lavoro, da una persona, anche se poco, bisogna pagarlo o, quantomeno, quella persona deve vedere che in un futuro, una prospettiva di guadagno, ci possa essere. Inoltre, un turista che con l’intera famiglia spende dai 150 ai 200 euro per fare un viaggio in treno non è propenso a spendere nulla per acquistare prodotti enogastronomici locali. Ecco perché ritengo che quanto si stia facendo non porti nessun beneficio a nessuno, eccezion fatta per Fondazione FS che per ogni treno intasca una considerevole somma.
Quindi, secondo lei questa linea è destinata a chiudere definitivamente?
Per carità, sarei proprio io il primo a dispiacermene. Il mio augurio è che Fondazione organizzasse in proprio almeno due treni, sabato e domenica e con partenza sia da Sulmona che da Campobasso/Isernia, ogni settimana dando la possibilità ad agenzie private, a tour operator o quanti altri intendano lavorare nel settore del turismo, di prenotare e acquistare posti direttamente da Trenitalia, organizzando per i loro clienti le escursioni nei territori dove il treno ferma. Questo modo di operare eviterebbe di evadere il fisco perché tutto ciò che oggi è sommerso verrebbe a galla e nessuno, clienti, Associazioni, Enti, sarebbero a rischio.
Secondo lei, perché Fondazione, attraverso l’organizzazione di Trenitalia, non rischia in proprio mentre cerca sempre chi rischia per lei? La risposta, come ben capisce, viene da sola: non vi è nessuna convenienza e se non vi è convenienza per chi stabilisce dei costi di noleggio così alti come potrebbe esserci convenienza per i privati che quei costi se li devono accollare vuoto per pieno noleggiando e pagando il treno una settimana prima?.
Il Ministro Franceschini nel fare un viaggio su un treno storico della Val d’Orcia ha ossanato all’iniziativa di Fondazione, perché non si dovrebbe osannare anche la Sulmona – Carpinone?
Fondazione sta facendo un egregio lavoro anzi un proficuo lavoro e me ne compiaccio perché, qualche anno fa, si rischiava di non avere più un parco storico ferroviario o un Museo Storico delle Ferrovie. Questo disastro annunciato, dalla nascita della Fondazione è stato scongiurato quindi mi congratulo con i Responsabili per il lavoro svolto fino a qui e formulo gli auguri per sempre maggiori traguardi. Tutto questo, però, vedendolo dalla parte di Fondazione e non da imprenditore privato perché, se si guarda il tutto con occhi da imprenditori del turismo viene da chiedersi, così come se lo chiederanno senza risposta tutti coloro che vogliono intraprendere iniziative private in questo particolare settore, ma quali sono i parametri che portano a un così elevato costo di noleggio?
Come mai su queste linee “dimenticate e ripescate” viene garantita la manutenzione ma nessun altro mezzo ferroviario (contrariamente a quanto dispone la Comunità Europea) può circolare? Per quanto mi riguarda io vedrei, o delle operazioni autonome di Fondazione FS e ci stanno tutte, oppure l’assegnazione in comodato d’uso di vetture storiche alle Istituzioni che di rimando potrebbero agevolare il lavoro imprenditoriale di questo settore. Era proprio questo, quello cui mirava l’Impresa Sociale Transita, nella convinzione che si sarebbero creati posti di lavoro ai giovani.
Però, bisogna pure ammettere che in questa maniera si è scongiurata la chiusura della linea
Questa è un’altra considerazione che non può avere risposta perché credo che molti si chiedano come mai, dopo aver fatto diverse conferenze in cui RFI chiedeva alle Regioni diversi milioni per mantenere la linea attiva, ora questo problema non c’è più. E, come mai, non essendoci più il problema di chiusura della linea ci sia un ordine di RFI che quella linea debba essere utilizzata solo dai treni di Fondazione vietandola ad altri operatori come Trenitalia o Sangritana. Non m’interessa addentrarmi in questa materia ma, certamente, non sembra tutto così lineare come invece dovrebbe essere. Qualcosa di non chiaro c’è ma, come dicevo, non siamo mai voluti andare in fondo pur avendone la possibilità proprio per non ostacolare un progetto che io continuo a vedere come Fondazione direttamente intenta a fare treni che operatori privati riempiono. Questo sarebbe un vero futuro per questa linea.
Ha qualcosa da recriminare?
La cosa che più mi dispiace nell’avventura di Transita è che all’improvviso, per ordine di chi sa chi, tutto il lavoro svolto per riportare questa linea dal dimenticatoio dove era stata posta all’attenzione di tutti, sembra non sia più riconosciuto. Sono state cancellate tutte le tracce del passato, tutta la fatica fatta da ragazzi che hanno creduto è stata dimenticata, tutti gli insegnamenti dati sembrano essere diventati patrimonio di chi non sapeva cosa fare prima che arrivassimo noi. Ripeto il concetto, queste persone (ma sono molto meno della metà delle dita di una mano) non stanno facendo del bene al territorio. Anzi, lo stanno derubando delle sue potenzialità di creare lavoro e chi si permette di fare questo è proprio chi un lavoro già lo possiede e che, grazie a quel lavoro, riesce a svolgere le attività che prima svolgevano persone speranzose in un futuro.
Dunque, vede un futuro a fosche tinte?
Ci sono ragazzi meravigliosi che danno tutto loro stessi per fare i volontari su questi treni, sono ragazzi veramente appassionati e che non pensano che da quel volontariato possa nascere un lavoro. Sbaglia chi usa queste passioni per un proprio tornaconto personale che forse non è economico ma che sarà di un falso tentativo di valorizzare la propria immagine. Insomma, se tutto fosse gestito legalmente, se venissero pagate le tasse per i viaggi, se la contabilità fosse tenuta in maniera corretta, se chi ha già un lavoro se ne stesse tranquillo a fare il proprio dovere per quello che i cittadini gli pagano, è praticamente certo che non ci potrebbe essere convenienza a fare questi treni. Lo dimostra, il fatto che nessun imprenditore tenta di lavorare su questa linea ferroviaria; lo dimostra, il fatto che una Società Ferroviaria come Sangritana resta lontana da quella linea; lo dimostra, il fatto che siamo Italiani disposti a subire e a tacere sugli abusi e sulle irregolarità per l’amore di chissà che cosa.
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