San Pietro Avellana, restaurata la chiesa di San Giovanni Battista
Oggi sono tornato a visitarla e a partecipare ad un piccolo ma significativo avvenimento; ci ero andato alcuni anni fa, dopo che il mitico Raffaele Buzzelli della biblioteca Castellana mi aveva invitato a scoprirla, quasi fosse un pezzetto di Roccaraso nel territorio sanpietrese. Forse pochi sanno che ai piedi di quella lussureggiante montagna a punta che sovrasta l’abitato di San Pietro Avellana c’è una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. Nei paraggi si allunga il tratturo che portava le greggi nel Tavoliere pugliese, dove decine di ettari appartenevano alla nobile famiglia roccolana degli Angeloni, proprietari per secoli di migliaia di capi ovini. Le fondamenta della piccola chiesa risalgono addirittura all’undicesimo secolo e ci pensò il terremoto del 1456 a raderla al suolo.
Fu proprio uno degli Angeloni a ricostruirla due secoli dopo, probabilmente per restituire durante il rito della transumanza un punto di riferimento spirituale ai pastori, che si fermavano per raccomandare al Signore la loro vita, lontana dagli affetti più cari. Sull’architrave del portoncino d’ingresso, sormontata da un bello stemma in pietra degli Angeloni, c’è una lapide che ricorda l’opera completata nel 1635.
Dunque Donato Berardino Angeloni e la moglie Agata Florini, ricordano così alla storia la loro attitudine di signorile e fastosa generosità. Infatti, qualche anno dopo, nel 1688 donarono alla comunità di Roccaraso la preziosa statua in argento del patrono Sant’Ippolito. Nel 1698 addirittura fecero costruire sempre nel borgo montano un piccolo e grazioso teatro, per consentire ai cittadini, che d’inverno restavano isolati tra quelle montagne, la possibilità di dedicarsi all’attività teatrale. Dopo l’ascesa, che culminava con l’erto passaggio di Sferracavallo, le compagnie teatrali napoletane, in viaggio per l’Abruzzo, si fermavano a Roccaraso e la sera recitavano in quel teatro per ricevere ospitalità gratuita durante la notte.
Nel 1943 i soldati tedeschi, prima di attraversare il fiume Sangro, distrussero buona parte dell’abitato di San Pietro Avellana e la chiesetta di San Giovanni fu depredata di ogni cosa. Alcune persone che erano sfollate in Puglia, nel 1946 tornarono in paese e in quella situazione precaria si ripararono dentro la chiesa, che era rimasta miracolosamente in piedi e in quello spazio così angusto videro nascere una bambina di nome Angela.
Chissà quanto questo bel nome fosse legato all’angelo che sovrasta l’altare, tra l’altro uno dei simboli dello stemma nobiliare. Oggi Angela Grossi era lì ad assistere alla Santa Messa, celebrata dal parroco alla presenza del sindaco Francesco Lombardi e di un folto numero di fedeli. Dopo tanti anni di abbandono, la benedizione dell’acqua ha sancito la restituzione della chiesetta al culto religioso e un bel quadro antico, raffigurante San Giovanni che battezza Gesù è tornato al suo posto sopra l’altare.
Ugo Del Castello
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