Il buon Natale di Elena Lombardi
C’era una volta una bambina che amava osservare la neve dal vetro della sua finestra. Ricordo che aspettava con ansia il mese di Dicembre per poter decorare l’albero e illuminare casa, con luci e palline colorate.
C’era speranza nei suoi occhi, allegria nei suoi gesti e dolcezza sulle sue guance, per l’arrivo dei regali e la nascita di Gesù. Era un rito che spettava solo a lei. A mezzanotte esatta, depositava il bambino nella capanna e stava lì a fissarlo con un timido sorriso. Mi pare di vederla ancora lì. Amava il profumo del muschio e l’odore del pino. Amava sporcarsi le mani di terra e amava spolverare sul manto verde, il talco profumato per imbiancare case e personaggi. Era una bambina felice perché credeva che la vera magia del Natale è l’amore e la famiglia.
Le sue feste erano confusionarie, piene di leccornie e dolci ma anche di tanta gioia. Ricordo che adorava le tombolate a tavola, le partite a dama e l’interminabile gioco a Uno, in cui c’era sempre qualcuno che si trovava con venti carte in mano. Ricordo che adorava accoccolarsi sul divano e guardare un bel film natalizio con i suoi cari, nonostante le mani impasticciate di zucchero a velo. Era felice perché per lei il Natale era la festa più bella del mondo. Era felice perché, almeno una volta l’anno, aveva il grande privilegio di scrivere a Babbo Natale, di immaginare elfi e folletti e di essere ascoltata. Era felice perché credeva in se stessa e di conseguenza credeva agli altri. Era felice perché usava il cuore, non la ragione. Era felice perché amava il calore, non il colore.
Quella bambina ero io.
Sono qui, ieri come oggi, davanti la finestra in attesa di vedere i primi fiocchi. L’altro giorno mi sono fermata in mezzo alla strada, incredula. Sono ancora riuscita a sorprendermi per la bellissima forma a stella della neve, mentre cadeva sul mio cappotto di lana. Sono ancora qui, convinta che il Natale sia magico proprio come allora. Sono sempre in attesa di veder spuntare sorrisi e abbracci. Mi piace osservare le persone che, sotto agrifogli pungenti, esprimono i loro sentimenti, cancellando diffidenza e rancore.
Per una notte si può ancora essere bambini.
Non si è mai troppo grandi per osservare le lucciole accese o veder spuntare un omone dal vestito rosso. Non si è mai troppo piccoli per esprimere meraviglia, affetto, gratitudine, amore. Il mondo ha bisogno di sogni. Il mondo ha fame di immaginazione e spontaneità. Il Natale ha sete di note d’argento e fili colorati. Non permettiamo alla nostra mente di razionalizzare tutto. Certe cose sono incomprensibili.
Come farà un solo uomo a portare i suoi doni in tutto il mondo? Come farà a scendere dal camino? E come faceva Gesù ad amare il nemico più dell’amico? Per certe domande non ci sono spiegazioni. È così e basta. Il Natale è una festa per il cuore. Bisogna solo ritrovare quel “fanciullo musico” che si è addormentato nel nostro corpo da adulto. Io amavo il Natale. Lo amo ancora, quindi senza esitazioni, scrivo la mia letterina e auguro a tutti voi buone feste.
Elena Lombardi
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