La mamma come tesoriere educativo
La figura femminile, nel corso degli anni, si è consolidata attraverso filtri itineranti nel tessuto sociale e familiare di ognuno, diventando il punto nodale di uno specchio a cui nessuno può sottrarsi. Ciò avviene in particolar modo, quando si fa cenno alla “figura della madre” estensione eternamente valida di un linguaggio avvertito come proprio, ovvia certezza in grado di placare la labilità delle cose umane e di ricondurci un po’ tutti bambini. Tuttavia questa rassicurazione, spesso ci irretisce nella sicurezza di sentirla sempre come fosse dato scontato, dimenticandoci di porle la dovuta attenzione. Addentrarsi nel suo significato, vorrebbe dire pregiudicare un così cospicuo e indefinibile splendore.
La mamma resta quel porto sicuro a cui si fa piacevolmente ricorso quando il mondo diventa ostile, quando la nostra temerarietà ci abbandona o semplicemente quando abbiamo bisogno di un consiglio, che sappiamo valere quanto valgono le stelle nelle notti superbe. Ѐ un firmamento di affetto e complicità rubata allo stridore di una realtà che molte volte sottrae invece di elargire calore. Priva invece di donare. Per questo e altro ancora, la mamma in quanto tale, merita tutta la nostra attenzione e il coinvolgimento non parziale del mondo, poiché siamo con lei in un continuo afflato, una simbiosi naturale, biunivoca e priva di artifici.
Ѐ una sorta di tesoriere educativo da cui ispirarsi per diventare grandi a sufficienza. Emula sapientemente la più incisiva delle complicità, quella da cui si resta avvinti volutamente. Da lì non si vorrebbe mai scappare. Il giorno della mamma ha il suo tempo eterno nel presente istantaneo di un gesto d’amore rivoltole. Giacché, come è solita la celebre citazione: “non esiste miglior momento di questo meraviglioso istante.”
Elena Lombardi
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