Amministrative 2015 – Il Punto di Patrizio Guerrini: mio padre
Quando ero bambino, spesso sfogliavo un album di foto familiari che mio fratello aveva ordinato e annotato; una in particolare colpiva la mia immaginazione, quella che ritraeva mio padre in abiti militari e l’altra di mio fratello sotto casa con un suo commento che recitava pressapoco: “papà a 20 anni sotto le armi, io a 20 anni sotto il portone”. L’annotazione appuntata da mio fratello, può sembrare ironica ma nasconde un profondo senso di gratitudine e ammirazione nei confronti di un padre che con il suo sacrificio aveva permesso a quel figlio di crescere sotto l’architrave della democrazia.
Papà aveva da poco compiuto 18 anni, una vita tranquilla e semplice vissuta fino a quel momento in un paesino della Toscana, quando una cartolina lo precettava per il servizio militare che negli anni ’40 del secolo scorso voleva significare una sola cosa: guerra.
In un mattino del 1941 tanti suoi coetanei e amici erano con lui nella piazza del paese, erano in 16, incuranti della sorte, ad aspettare un destino che solo la incosciente e tracotante giovane età poteva trasformare in un viaggio dal sapore avventuroso. I volti impietriti e assenti delle madri, nascondevano, dietro le mani congiunte in preghiera, amare lacrime di dolore. Per quattro lunghissimi anni mia nonna non seppe nulla di quel figlio, un tempo infinito, vissuto nell’angoscia quotidiana di ricevere l’infausta notizia, finché un giorno egli tornò.
Quattro anni per quattro campagne di guerra, tutte sul fronte in prima linea a rischiare ogni giorno la propria vita. Tante volte si sarà chiesto: perché? La risposta che egli non seppe darsi allora oggi la conosciamo bene, anche se a volte lo dimentichiamo. Il martirio di tante giovani vite ha permesso a noi, i nostri figli e quelli che devono ancora nascere di raccontare questa storia in libertà e democrazia, lasciandoci in eredità la grande responsabilità di scegliere il nostro futuro, scevro da qualsivoglia totalitarismo.
Quel sacrificio è tutto raccolto in un semplice gesto; il voto ci permette di essere cittadini liberi, consapevoli, responsabili, padroni del nostro avvenire. Non è solo un diritto ma un dovere nella memoria di chi ha creduto, fino a dare la propria vita, nella libertà ed è per questo motivo che non può essere sprecato per parentela, amicizia, clientelismo ma reso in coscienza, onestà e correttezza. Dei 16 ragazzi partiti da quel piccolo paese della Toscana ne tornò soltanto uno, mio padre.
Patrizio Guerrini
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