Amministratori locali se siete miopi andatevene a casa!
Persone oneste e appassionate amministrano i nostri paesi dell’Alto Sangro, dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese, sempre attenti ai bisogni delle popolazioni, sempre presenti quando c’è da facilitare la viabilità nella neve, quando sono da sistemare le illuminazioni, quando c’è da onorare un santo o organizzare una fiera o quando vanno sistemati marciapiedi o assegnare le licenze o assumere i dipendenti per le varie esigenze locali o assegnare un progetto o dare consulenze.
Nulla da eccepire, salvo il fatto che quasi tutti sono presi dalla fregola dell’autonomia: “questo è il mio campanile e me lo gestisco io”, sia che si tratti di un paese di 60 abitanti (esiste), sia che superi i 5.000 abitanti (in questa condizione che si cerca di salvaguardare anche con il ricorso ad emigranti o rifugiati o profughi, si trovano solo Agnone, Castel di Sangro e Trivento, ma la stragrande maggioranza è sotto i 1.000 residenti).
E, per chi non lo sappia, l’autonomia viene esercitata su un’ampia serie di compiti, quali: amministrazione e uso dei beni del Comune; organizzazione dei mercati come, ad esempio, orari di apertura e chiusura dei negozi; disciplina del traffico; pubbliche affissioni; promozione di attività culturali, artistiche e sportive; controllo dell’acqua potabile e delle acque di balneazione; polizia mortuaria e organizzazione dei cimiteri; farmacie comunali; igiene degli alimenti e delle bevande.
Fin qui, niente di importante da rilevare. Lo può far chiunque, in perfetta autonomia e senza grossi costi per la comunità. Il discorso cambia, se si pensa agli altri compiti previsti dall’autonomia comunale: gestione degli acquedotti e delle fognature; raccolta e smaltimento dei rifiuti; igiene del suolo; assicurazione del diritto allo studio con mense, trasporti scolastici, corsi d’istruzione per adulti; istituzione di asili nido ed altri istituti d’istruzione; organizzazione di corsi di formazione professionale su delega delle Regioni e in collaborazione con esse. Qui la pretesa dell’ autonomia diventa, da una parte ridicola (e potrebbe far bene alla nostra salute), dall’altra molto costosa (e fa sicuramente male alle tasche dei cittadini).
Ma com’è possibile tollerare che ogni piccolo o piccolissimo comune pensi, da sé, al grosso problema dei rifiuti, dell’acqua, del diritto allo studio, degli asili nido, della formazione degli adulti e professionale, se non a costo di sprechi e contrapposti privilegi?
E il discorso diventa ancor più ridicolo, se non drammatico, se si pensa che le Province sono, ormai, un corpo inerte galleggiante sul fiume del debito pubblico e le regioni, da tempo, soffrono di ristrettezze finanziarie che ne minano la credibilità, in special modo se piccolissime, come il Molise, o medie, come l’Abruzzo.
Tutta questa premessa, per dire che si può essere onesti e appassionati, ma, se si insiste sull’autonomia degli enti locali, si è incoscienti, arroganti e, quel che è peggio, insensibili alle condizioni di precarietà di molta popolazione costretta al pagamento di imposte e contributi ormai dannosi oltre che insostenibili.
E l’incoscienza e l’arroganza diventa ingiustificabile di fronte ai grandi cambiamenti dell’ordinamento dello Stato che sono sotto gli occhi di tutti. Comuni con 60 abitanti o 900 abitanti non hanno nulla da offrire ai loro cittadini se non la decisione di posticipare, per qualche ora, la chiusura del negozio di zona. Hanno, invece, da bastonare i loro cittadini se insistono a gestire da soli i rifiuti della zona o la bonifica delle acque o la formazione professionale.
E allora, è giunto il momento di dire chiaramente che amministratori che insistono sul concetto di autonomia, devono farsi da parte perché soddisfano solo un loro egoistico pensiero (e, a voler pensare male, sono buoni solo per loro stessi o per i loro amici) ma risultano nocivi per la collettività.
Coloro che, alle prossime elezioni amministrative, saranno chiamati al voto, ricordino questo aspetto della politica locale, ricordino i comportamenti di amministratori che si sono chiusi nel loro piccolo orticello o di coloro che hanno comportamenti politici improntati ad evitare di pestare i piedi ai detentori del potere regionale, anche quando i loro paesi sono abbandonati al loro destino.
Enzo Delli Quadri
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.