Crisi politica ad Agnone, parlano Marcovecchio, Cellilli e Melloni
E’ stata Annalisa Cellilli consigliera di maggioranza a lasciare il gruppo del sindaco Marcovecchio ed aderire a quello misto di Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni e così far raggiungere il numero legale per sfiduciare la maggioranza e far cadere l’amministrazione. Dopo quattro anni a dire di andar via a Lorenzo Marcovecchio sono stati Daniele Saia, Giuseppina Catauro e Luciana Sabelli del centrosinistra; Vincenzo Scarano della minoranza di centrodestra e Linda Rosa Marcovecchio, Annalisa Melloni e Annalisa Cellilli del gruppo misto.
“Oggi 19 marzo 2020 –scrivono i sette consiglieri dimissionari- noi consiglieri dei gruppi politici Nuovo Sogno Agnonese, Agnone Identità e Futuro, Gruppo Misto, unitamente alla consigliera di maggioranza Annalisa Cellilli, abbiamo rassegnato le dimissioni dal nostro mandato elettorale di amministratori comunali. Consapevoli della delicatezza del momento che tutti stiamo vivendo su scala mondiale e consapevoli dell’incertezza della durata di questa fase che ci costringe, tutti, ad uno stile di vita guidato da direttive governative obbligatorie volte alla salvaguardia della salute pubblica, abbiamo deciso di dare fine all’agonia comunale locale che si protrae ormai da mesi.
Unanimi condanniamo la prassi amministrativa e comunicativa mostrata dal Sindaco Marcovecchio al quale non avremmo comunque espresso il voto di fiducia per l’approvazione del “bilancio”, da qui a qualche settimana.
Non possiamo accettare oltre la mancata assegnazione delle deleghe, di cui gli assessorati sono vacanti dallo scorso mese di dicembre né la Sua assenza, visto che -all’indomani dell’esplosione dell’emergenza “coronavirus”- il Sindaco è sparito ritenendo che il suo comunicato di mettersi volontariamente in quarantena diventasse un esempio eroico sufficiente a colmare la sua assenza nella fase dell’emergenza gestionale che il momento sta richiedendo, rimandando il tutto ad un lavoro sinergico tra gli amministratori che nessuno ha percepito a fronte di un senso di angoscia crescente. Né possiamo più tollerare in questo momento un Sindaco che tace e non sa informare la popolazione riguardo il proprio operato per la difesa del San Francesco Caracciolo.
La nostra decisione intende anteporre al di sopra di tutto l’interesse e i bisogni di questa comunità che invoca un clima di ascolto, di informazione, di presenza e di tutela e, per queste ragioni, siamo convinti che un Commissario prefettizio potrà garantire in modo migliore tutto ciò. Siamo consapevoli della difficoltà del momento che si sta vivendo e sappiamo che molti ci condanneranno di irresponsabilità politica ma, appunto per questo motivo, riteniamo che un Commissario prefettizio debba intervenire, prima possibile, per rendere maggiormente efficaci tutti i provvedimenti amministrativi adottati per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, tenuto conto che non saranno le poche settimane che ci separano dall’approvazione del “bilancio” a poter invertire un atteggiamento amministrativo mortificante per il nostro paese, poiché la nostra decisione è ormai scritta nella storia del destino politico locale.
Esporremo in una prossima conferenza stampa, quando si sarà placata l’emergenza in corso, le ragioni politiche individuali che ci hanno visto convergere su questa azione congiunta. Auspichiamo consapevolmente –concludono- che tutto questo consentirà alla Città di Agnone di vivere una fase transitoria di riflessione pacata per ricostruire le fondamenta per le prossime amministrative”. Ora più che una crisi amministrativa si apre una voragine proprio in questo momento di coronavirus che forse avrebbe voluto una coesione maggiore all’interno della maggioranza e di Agnone tutta.
Vittorio Labanca
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