Il Punto di Patrizio Guerrini: libertà va cercando…..
In questo mio ultimo articolo voglio congedarmi da Voi parlando di un argomento all’apparenza semplice ma, come vedremo, di grande complessità, una materia che ha, dalla notte dei tempi, interessato tutti gli uomini: la libertà.
La prima volta che ho affrontato questo tema con maturità e riflessione è stato alle superiori, quando la Prof.ssa Rosella Valentini ci affidò lo svolgimento di un compito in classe dal titolo: “… libertà va cercando, ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta.. le tue riflessioni”.
L’incipit era tratto dal I Canto (v 71) del Purgatorio della Divina Commedia di Dante, ma da quell’istante mi sono chiesto più volte nel corso della vita il significato e il senso di questa parola. Cosa vuol dire essere liberi ma soprattutto siamo certi di esserlo davvero? Innanzitutto si può parlare in tanti modi della parola libertà, si possono formulare teorie, fare analisi fino ad arrivare a un concetto sul termine della parola “libertà”. Innanzitutto l’etimologia della parola ci induce a pensare, ovvero a definire libero colui che non è schiavo, quindi la dicotomia libero/schiavo rende già un primo chiarimento, ma sappiamo sussistere diversi modi di intendere questo concetto; esiste la libertà naturale che lascia libero arbitrio all’individuo di fare ciò che vuole e naturalmente questo comporta alla fine la necessità di introdurre delle regole, delle leggi e già siamo di fronte a un paradosso che, sia in un caso che nell’altro, nega il significato della parola stessa.
L’eleutheria demokratica ateniese, la libertas romana, la libertà stoica di Zenone di Cizio, la libertà Cristiana, le libertà feudali e cetuali, le concezioni pre-liberali di Machiavelli e Hobbes come libertà garantita da leggi e libertà in assenza di leggi del repubblicanesimo, le libertà liberali di Locke e Montesquieu che vedono nello Stato e le sue leggi il maggior pericolo per la libertà individuale, fino ad arrivare alla formulazione nel dopoguerra della cosiddetta concezione della libertà negativa elaborata da Isaiah Berlin, rappresentano un percorso evolutivo ancora in itinere e aperto a nuove interpretazioni.
Questo breve excursus per sostenere quanto complesso sia indagare una parola così semplice. Vi ho tediato con ricorsi storici solo per fare qualche piccolo esempio ed è sorprendente constatare, sebbene espressi in ambiti e aree di interesse diametralmente opposti a quelli attuali, quanto alcune concettualizzazioni in epoche remote, della parola libertà, siano ancora applicabili a sistemi endemici locali; ad esempio la teoria aristotelica asseriva che l’autentico elemento distintivo fra libero e schiavo è il possesso della ragione. In base a quest’idea, chi possiede la ragione è destinato a comandare, gli altri sono schiavi e destinati a obbedire. Stando a questa dottrina la ragione dovrebbe risiedere a Castel di Sangro tutta a sinistra, notoriamente la zona più “intelligente” della città ma, come spesso accade, un eccesso di ragione provoca l’effetto contrario; nella destra è bastata la ragione di uno soltanto, in questo caso l’attuale Sindaco Angelo Caruso, per vincere le elezioni.
Un’altra teoria, che mi piace citare a solo titolo di ludico raffronto, è quella di Machiavelli che vedeva nella storia romana, in particolare nello scontro fra patrizi e plebei prima e poi fra optimates e populares, come i conflitti degli interessi particolari possano produrre la libertà e la grandezza dello stato, ovvero che perseguendo intenzionalmente l’interesse individuale (chi fra noi non pensa che chi governa in fondo fa solo i propri affari) si ottenga inintenzionalmente quello generale. Tutto ciò a significare che quella che noi definiamo “libertà” ha subito nel corso dei secoli metamorfosi, evoluzioni e adattamenti nella storia stessa dell’uomo ma offre nel contempo motivo di riflessione per elaborare nuovi ambiti di applicazione.
E allora torniamo a parlare di noi; tanti amici mi hanno chiesto perché abbia deciso di scrivere per tre mesi su persone e politica locale, preoccupandosi soprattutto della mia persona e delle conseguenze derivanti dall’esprimere liberamente il mio pensiero. Ebbene, a volte l’interpretazione o l’analisi di una campagna elettorale possono lasciare segni e cicatrici difficili da rimarginare ma, credetemi, sono stato consapevole di tutto quello che ho scritto in questi mesi, assumendomene la piena responsabilità e naturalmente altrettanto cosciente di perdere qualche amico o inimicarmi ancora di più qualche nemico. Ma la domanda è: perché ho fatto tutto questo? Tanti anni fa domandai al mio amico Adelchi Sansonetti (Don Adelchi), ammirandone le sue doti intellettuali, perché la scelta di rimanere a Castel di Sangro in luogo di una sicura carriera dopo il seminario; egli mi rispose che le occasioni non gli erano mancate e a un cardinale che lo voleva con sé rispose: “… non posso seguirti perché io amo la mia libertà”.
Un episodio che porto nella mia vita come esempio da seguire. Dunque, ho la fortuna di non essere condizionato da qualsivoglia evento o persona della città, a maggior ragione dai politici locali, permettendomi di esprimere e comunicare liberamente le mie idee, siano esse condivisibili o meno nel rispetto di quella libertà democratica che mio padre (i vostri padri o nonni) mi hanno concesso e che non posso tradire. Certo potevo trattenermi, frenare i miei pensieri, fare finta di niente ma, credetemi, la conquista della democrazia e di alcune libertà, hanno bisogno di passaggi obbligati (piccoli o grandi che siano), principiare da qualche luogo nella coscienza di ogni singolo individuo.
Mi corre l’obbligo, infine, di ringraziare l’editore di teleAesse Michele Di Franco per l’ospitalità nel giornale e il Direttore Responsabile, nonché amico, Fabrizio Fusco per tutto l’apporto concesso.
C’è ancora qualcuno da ringraziare; siete tutti Voi cari lettori che con la vostra vicinanza, partecipazione ma anche critica mi avete permesso di crescere e migliorare questo breve periodo condiviso insieme.
Ricordo a tutti che continuerò a scrivere e chiunque volesse leggermi potrà farlo nella mia pagina facebook al seguente indirizzo: https://www.facebook.com/guerrini.patrizio.
GRAZIE A TUTTI
Patrizio Guerrini
1 Comment
buzzelli
13 giugno 2015 at 22:26Non ha lasciato segni nè cicatrici, ci ricorderemo di Patrizio per le sue analisi sbagliate sulla politica ed il suo smisurato accanimento contro l’avv.Caruso. La campagna elettorale si è chiusa l’avv.Caruso è stato eletto sindaco ed il nostro “ipocrita” Patrizio che decanta libertà e democrazia ad ogni piè sospinto che fa….?
Molla tutto perchè è venuta meno la sua ragion d’essere, Patrizio Guerrini è entrato nell’entourage di Teleaesse con un preciso intento, sputtanare l’Angelo nostro per tre mesi e poi, a missione compiuta, passare all’incasso, ovviamente in termini di visibilità ma il tapino ha sbagliato i calcoli e, rimessa la coda tra le gambe se ne ritorna da dove è venuto. Un perdente, ha elemosinato a Destra e Sinistra ed ha persino la faccia tosta di fare citazioni sulla Democrazia, Libertà e, …….udite udite, sulla Coscienza……
Un ipocrita e null’altro.