Macroregione, interviene Lombardi: “Integrità economica a rischio per il Molise”
Il sindaco dell'area matesina dice no all'ipotesi di accorpamento
Continuano a tenere banco le news sulle prime pagine dei giornali e sull’opinione pubblica circa la proposta presentata da alcuni parlamentari del PD e precisamente dagli onorevoli Morassut – Ranucci di aggregare parte del Molise alla macroregione adriatica e la restante parte alla regione Puglia.
Con la proposta di legge, la Puglia scompare, e allarga i propri confini, inglobando le provincie di Matera e Campobasso per dare vita alla Macroregione del Levante. Dalle ultime news regionali si passerebbe da 20 a 12. Al Sud, Basilicata e Molise scomparirebbero, con le loro provincie “inglobate” dalle Regioni vicine. Così, Potenza si unirebbe alla Calabria per dar vita alla “Regione del Ponente” e la provincia d’Isernia verrebbe accorpata all’Abruzzo e alle provincie di Macerata, Ancona, Rieti e Ascoli nella “Regione Adriatica”.
Un’ipotesi – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – così come prospettata assolutamente sciagurata, poiché metterebbe a rischio l’integrità geografica, culturale ed economica del Molise.
E’ evidente la necessità di un riassetto dell’attuale ordinamento regionale , ma non può essere sacrificata l’identità di un popolo costruito in 45 anni di storia, dividendo di fatto le due provincie del nostro Molise come una mela in due parti distinte e separate.
Sull’argomento – illustra il Sindaco Lombardi – pochi mesi orsono in un sondaggio effettuato da un quotidiano locale è emerso anche con una mia certa sorpresa la volontà da parte della maggior parte dei cittadini molisani( forse dettata anche dalla crisi che di fatto che investe la nostra regione) di rivedere l’attuale assetto istituzionale, ma questo non vuol dire disgregare in maniera sciocca e superficiale un intero territorio.
Quello che è certo – ribadisce il capo dell’amministrazione di Roccamandolfi – che argomenti di simile rilevanza non possono e non devono essere calati dall’alto badando a ragioni unicamente economiche e senza tener conto degli usi, dei costumi e soprattutto della volontà del popolo di cui si vanno a decidere le sorti”.
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