Ospedale Caracciolo, SOS del sindaco di Agnone Marcovecchio alle istituzioni
Tre lettere firmate Lorenzo Marcovecchio, sindaco di Agnone, per sensibilizzare il Presidente della Repubblica, sindaci ed amministratori alto molisani ed abruzzesi sui problemi dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Il sindaco di Agnone è pronto dimostrazioni eclatanti come occupare la Trignina o rimettere a fascia nelle mani del Prefetto per sollevare una problematica che vede la riduzione dei servizi del nosocomio di quest’area.
La prima missiva è indirizzata alla Provincia di Isernia:
“Gent.mo Presidente, Gent.mi Consiglieri,
nonostante vaghe promesse, nonostante rinvii e rimpalli di responsabilità, a tutt’oggi mi trovo costretto a dover constatare un depauperamento giornaliero di quei servizi che un tempo venivano garantiti in maniera eccellente dall’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone. L’ultima tegola, quella che rischierebbe di abbattersi fin dal prossimo mese di giugno, (una riduzione oraria dei servizi di Pronto Soccorso che passerebbe dalle attuali 24h alle paventate 12h) sancirebbe, di fatto, la fine del nosocomio agnonese. E’ inutile star qui a ricordare la storia di questo presidio di montagna a servizio dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese, gli eccellenti professionisti che lo hanno e continuano a frequentare, lo spirito di abnegazione e di sacrificio di chi oggi, a diverso titolo, lì svolge quotidianamente il proprio lavoro. E’ inutile sottolineare che non si può pensare ad ipotesi di “sviluppo strategico” per le aree interne, ad investire milioni e milioni di euro per progettazione innovativa, se poi viene negato quel diritto basilare alla salute che dovrebbe essere posto a fondamento di qualsivoglia azione. Con delibera di Consiglio n. 20 del 30 marzo 2019, approvata all’unanimità dei presenti, il Comune di Agnone ha fatto richiesta alla struttura commissariale sanitaria della Regione Molise, di vedersi garantiti quei servizi minimi essenziali che non solo garantirebbero un diritto costituzionale ma che, soprattutto, uniformerebbero il “San Francesco Caracciolo” a quell’ospedale di “Area Particolarmente Disagiata”, giusta riconoscimento ottenuto con il D.M.70/15 c.d. Decreto Balduzzi. Essendo – a tutt’oggi – rimasta inevasa quella nota così come le reiterate richieste di riscontro, chiedo che anche il Consiglio Provinciale voglia far proprio il predetto documento dando, allo stesso, maggior forza.
Ringraziandovi fin di’ora per la disponibilità, porgo i più cordiali saluti.”
La seconda lettera inviata a ciascuno dei sindaci dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese:
“Pregiatissimo Sindaco,
come ben saprai, ed avrai tristemente constatato, le attività mediche del “San Francesco Caracciolo”, ospedale che per anni è stato il baluardo del nostro territorio – sentinella di quel diritto alla salute tanto spesso invocato – sono oramai ridotte al lumicino. In 10 anni la “politica del palazzo”, con scelte scellerate, è riuscita non solo a distruggere l’eredità dei nostri avi ma ad accelerare quel processo di emigrazione verso i grandi centri dotati di maggiori servizi e maggiori tutele. Chi “conta” ha deciso di relegare noi sindaci al mero ruolo di pungi ball, dovendo assorbire la legittima rabbia della gente senza poter agire in alcun modo. Quale ultimo atto per una mediazione pacifica, Ti chiedo di voler condividere (con lo strumento che ti risulterà più comodo) la richiesta per garantire al nosocomio quei servizi minimi essenziali comunque garantiti dal D.M 70. Il comune di Agnone lo ha fatto all’unanimità in consiglio comunale, ma – oggi – potrebbe andar bene anche una semplice dichiarazione di condivisione rilasciata alla stampa. Qualora non dovessimo ottenere alcun risultato neanche in questo modo, ritengo non possa esserci altra scelta se non quella di scendere in piazza ponendo in essere una manifestazione eclatante che possa avere richiamo non solo regionale ma soprattutto nazionale. È ora di ribellarsi al sistema che ci vuole meri esecutori di scelte altrui. È ora di tornare ad essere rappresentanti di quel territorio che ci ha legittimamente scelto. Altri lasceranno ai posteri un vitalizio, noi proviamo a lasciare il ricordo quantomeno di averci provato! Nel ringraziarTi fin d’ora per quanto deciderai di porre in essere, Ti porto i miei più cordiali saluti.”
Infine la terza che Marcovecchio invierà anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
“Mi trovo costretto a scomodare le S.V. Ill.me per segnalare una forte criticità che, nonostante reiterate ma vaghe promesse, rischia di condannare un intero territorio. Nel Comune di Agnone, amministrato con onore dal giugno 2016 dal sottoscritto, insiste un Ospedale Civile – il “San Francesco Caracciolo” – voluto e finanziato all’epoca, da cittadini Agnonesi soprattutto emigrati. Nell’arco degli anni lo stesso, grazie sicuramente anche alla professionalità dei medici che lo hanno frequentato, è un baluardo della Sanità, capace di garantire assistenza – anche di urgenza – alla numerosa popolazione non solo agnonese ma anche e soprattutto dell’intera area Alto Molisana ed Alto Vastese che, per questioni di collocazione geografica, allo stesso afferiva. Il “San Francesco Caracciolo”, rientrante in quella che un tempo era la ASL n. 1, brillava anche per la ridotta capacità di spesa e le forti economie, risultando essere, per svariati anni, in testa alle classifiche stilate da “Il Sole 24 ore”. Purtroppo, però, le scellerate scelte politiche di realizzare una unica ASReM regionale hanno – di fatto – condannato la struttura che è entrata con le proprie eccellenze ed economie nel gran calderone sanitario per poi subire – sulla logica dei numeri – forti tagli e riduzioni che, ad oggi, lo hanno ridotto ad essere un mero poliambulatorio non atto a garantire nemmeno quelle attività di emergenza – urgenza che un territorio montano, posto a circa 1.000 metri di altitudine, richiede. Le battaglie perpetrate nel corso dell’ultimo decennio (dal primo atto di chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia che vide il primo parto nel 1952), hanno condotto a pochi risultati. Solo sulla carta, infatti, il “San Francesco Caracciolo”, dal D.M. 79/2015 (c.d. Decreto Balduzzi) è stato riconosciuto “Ospedale di Area particolarmente disagiata”. Solo sulla carta poiché, nonostante il predetto riconoscimento che certifica – di fatto – una criticità infrastrutturale e, di conseguenza, una utilità del presidio sanitario, non si è mai tramutata in qualcosa di concreto. Le diverse motivazioni addotte, in primis quella della carenza di personale sanitario, hanno portato ad un annullamento della struttura con la concreta ipotesi che, dal prossimo mese di giugno, il Pronto Soccorso (o, meglio, quello che resta di tale reparto sprovvisto di un cardiologo e di un anestesista), passi da h 24 ad h 12. Non v’è chi non veda come questo rappresenti l’ennesimo sfregio nei confronti di una comunità che, con tenacia, decide di restare ed investire il proprio futuro in un territorio sicuramente svantaggiato. Non v’è chi non veda come questa politica scellerata vada in senso opposto a quelle numerose misure – anche economiche – che vengono messe in atto per garantire uno sviluppo strategico a quelle aree interne penalizzate non solo e non tanto per la loro posizione geografica quanto per una gestione politica passata, che non è stata lungimirante e non ha investito in infrastrutture curandosi, più che altro, di mantenere il proprio orticello elettorale per garantirsi una pronta e sicura rielezione. Scusandomi per la nota alquanto prolissa, sono a chiedervi di interessarvi concretamente al problema segnalato – magari anche con una vostra visita – che sarebbe, per noi, un inequivocabile segnale di vicinanza. Non dimenticatevi delle aree interne, non dimenticatevi di quel pezzo della nostra Nazione che, quotidianamente vive e lotta in silenzio.
In attesa di un vostro pronto e gradito riscontro, porgo i più cordiali saluti.”
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