Sanremo: la storia del Festival della canzone italiana

Chi non conosce il Festival di Sanremo? Stiamo parlando di uno degli appuntamenti più tradizionali per il pubblico televisivo italiano. Intere famiglie si ritrovano ogni anno intorno al piccolo schermo per seguire uno degli eventi più popolari della storia della musica, che oggi viene trasmesso infatti anche all’estero.
La prima edizione risale addirittura al 1951 e, come prevedibile, la formula della gara canora ha conosciuto diverse modifiche nel tempo. Il più delle volte i cantanti che concorrono alla vittoria di una singola edizione del Festival sono stati suddivisi in due categorie: “big” e “giovani”. Talvolta, però, il regolamento è stato modificato anche solo per specifiche annate, come nel 2005, quando le classi in gioco erano ancora di più e persino gli emergenti potevano aspirare alla vittoria finale del Festival.
Chi trionfa a Sanremo può prendere parte all’Eurovision Song Contest, kermesse internazionale nella quale, però, l’Italia fatica a raccogliere consensi.
Sono molteplici i cantanti famosi che hanno fatto la loro fortuna grazie al Festival di Sanremo, mentre altri vengono ricordati per i loro piazzamenti curiosi: basti pensare a Toto Cutugno, che è arrivato al secondo posto in classifica in ben 6 occasioni.
Non sempre chi vince tra i giovani, comunque, ottiene il successo sperato: nel 2010 Tony Maiello trionfò con “Il linguaggio della resa”, brano di pregevole fattura, eppure da allora se ne sono perse le tracce.
Molto più fortunata Arisa, che si è fatta conoscere nel 2009 con “Sincerità” e ancora oggi è tra le voci più apprezzate d’Italia. Le regole sono chiare: i testi delle canzoni devono essere in larga parte originali e soprattutto non si può cantare in playback.
A determinare una svolta nella storia del Festival è stata senza dubbio l’introduzione del televoto, che ha fatto la sua prima apparizione nel 2004, anno in cui fu proclamato vincitore Marco Masini con “L’uomo volante”.
Dato che le edizioni del 2009 e del 2010 furono pesantemente condizionate da questo strumento, sfruttato perlopiù dal pubblico più giovane, erano paradossalmente i cantanti meno noti, soprattutto quelli appena usciti dai talent show, ad andare per la maggiore. Ancora oggi il metodo di votazione è ampiamente discusso e ogni volta che ci si avvicina al Festival il tema non manca di tornare in auge.
Ad ogni buon conto, non mancano altri riconoscimenti più specifici, che vengono sempre assegnati nella serata finale: è il caso del premio della critica, di quello della sala stampa e di quello per il miglior testo. Non a caso le scommesse su Sanremo fruibili sulle principali piattaforme di betting non riguardano solo il primo classificato. Una delle 5 serate che compongono il Festival, comunque, è dedicata all’interpretazione di brani classici della musica italiana, che può valere un ulteriore premio a parte.
A favorire la diffusione del Festival di Sanremo nell’immaginario collettivo sono stati anche alcuni episodi imprevisti che hanno stravolto persino le scalette dei conduttori.
Tutti ricorderanno quando Pippo Baudo salvò uno spettatore dell’Ariston dal tentato suicidio. Davanti agli occhi di tutti, però, c’è ancora l’uscita di scena di Bugo, che un anno fa lasciava mestamente il palco dopo una serie di incomprensioni con Morgan.
A prendere le redini del Festival in mano sarà anche stavolta Amadeus, che vede già la prima polemica all’orizzonte. Se l’anno scorso il conduttore di Sanremo celebrava la singola presenza di Cristiano Ronaldo all’Ariston, stavolta l’onnipresenza di Zlatan Ibrahimovic in tutte le serate della manifestazione farà molto più discutere, insieme al suo cachet. D’altro canto, se non si trovasse il pelo nell’uovo in ogni aspetto non sarebbe il Festival che conosciamo. Perché Sanremo è Sanremo.
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