“Auguri Capitan Totti”, gridano i tifosi abruzzesi e molisani della ‘Magica’
Tante le testimonianze d'affetto al capitano storico della Roma, nel giorno del suo compleanno, anche dai nostri lettori
E’ il 28 marzo 1993 e la Roma è di scena al Rigamonti di Brescia. Al 42’ del secondo tempo un ragazzino esile di appena sedici anni entra in campo al posto di Rizzitelli, per lui è l’esordio in serie A. Il giovane attaccante si chiama Francesco Totti. Nato e cresciuto nel quartiere capitolino di Porta Metronia, Totti sin da subito mostra la sua forte passione calcistica. Terminate le mattinate scolastiche, il biondino gracile si diverte con i suoi amici giocando a calcio. Totti è romano e romanista, è un ragazzino umile che la domenica frequenta la Curva Sud dello stadio Olimpico. Entrando nella sua cameretta risalta agli occhi il poster del “Principe”, Giuseppe Giannini, il suo idolo indiscusso. L’avventura calcistica di Totti ha inizio con la Fortituto all’età di sette anni. Successivamente passa dalla Smit Trastevere alla Lodigiani.
Infine approda nelle giovanili della Roma. Il giovane attaccante corre, dribbla e segna. Ben presto si distingue dagli altri. Sembra essere un giovane promettente, un talento naturale. Un’incredibile escalation lo porterà a esordire con la Roma nella massima di campionato e a confrontarsi con i grandi campioni. La carriera di Totti procede a gonfie vele. Grazie alla dedizione e all’impegno costante conquista meritatamente la fascia da capitano nel 1998 e si rivela uno dei massimi protagonisti dello scudetto vinto nel 2000. Premi e riconoscimenti iniziano a coronare la sua carriera, una carriera destinata a durare più di vent’anni. Eppure la strada percorsa da Francesco Totti è stata tutt’altro che rose e fiori. E’ sul campo che ha dovuto rispondere ai critici, ai diffidenti e agli invidiosi perché la differenza non sta nel non cadere mai ma nel sapersi rialzare.
La sfida più importante l’ha dovuto affrontare nel febbraio 2006 quando durante i primi minuti di Roma – Empoli un terribile infortunio poteva mettere a repentaglio la sua carriera. Totti era preoccupato già da qualche settimana. I difensori della serie A sembravano avercela con lui, aveva le caviglie a pezzi. Nella 26esima giornata di campionato accade il peggio. Dopo appena sei minuti di gioco Vanigli entra da dietro sul capitano, lo scarpino di Totti si pianta nel terreno, il corpo va in avanti e la caviglia si gira in modo innaturale. Da allora un calvario. Un’ambulanza lo porta di corsa a Villa Stuart dove viene operato d’urgenza. La diagnosi è spaventosa: frattura pluriframmentaria e scomposta del perone, grave lesione legamentosa mediale del collo del piede sinistro, diastasi dell’articolazione tibio -peroneale. Un infortunio terribile. Le domande sulla futura sorte del capitano frullano nella sua testa, in quella della dirigenza e dei tifosi. Riuscirà il campione giallorosso a tornare in campo forte come prima?
Da subito, passata la rabbia, Totti cerca di dimenticare l’episodio e di concentrarsi sul recupero. Lavora giorno e notte. Ci mette tutto se stesso. Passa dalla fisioterapia al campo, dalla palestra alla piscina. Ciò che lo distingue dagli altri è senza dubbio la voglia di esserci sempre, tanto nel finale di stagione quanto, soprattutto, nel mondiale di Berlino. Reagisce bene, non drammatizza né colpevolizza nessuno. Lui stesso afferma che gli infortuni sono episodi che fanno parte del calcio e affronta il recupero con disinvoltura e tranquillità, certo che solo con forza e volontà d’animo potrà tornare in campo nel migliore dei modi.
E allora grazie alla passione per il calcio, all’attaccamento alla maglia e soprattutto alla sua spiccata determinazione, Totti torna in campo dopo appena sessantasette giorni dall’infortunio in un’amichevole giocata allo Stadio Flaminio. È accolto dagli applausi e dai cori dei suoi cari tifosi. La caviglia risponde bene ma occorrono tempo e pazienza per recuperare una perfetta forma fisica. L’11 maggio 2006 torna a giocare una partita di campionato con una placca e undici viti alla gamba sinistra.Il 26 agosto si apre una stagione molto particolare per capitan Totti. In campionato, a ottobre, è ancora a secco di gol e le critiche, come sempre, non tardano ad arrivare. Molti pensano che il capitano della Roma sia ormai un giocatore finito. Ancora una volta però riesce a stupire tutti. Dopo un avvio di campionato non molto brillante, la sua forma fisica migliora e Totti inizia a segnare regolarmente. Nel 2007 conquista una Coppa Italia e la scarpa d’oro, il premio assegnato al miglior bomber dei campionati europei.
L’infortunio rappresenta per Totti e per i suoi tifosi un evento negativo e indimenticabile, ma è proprio attraverso questa esperienza che l’intramontabile capitano ha dimostrato di essere un campione. Un campione, infatti, è tale quando lo dimostra non solo in campo ma anche fuori. Da quel lontano 2006 Totti è in prima linea a confortare i suoi colleghi quando si infortunano. Da allora ha dimostrato ancor più di essere un vero sportivo. Solo un calciatore che pratica il suo sport con passione e gioia può rialzarsi dalle cadute tanto rapidamente. Nulla lo ha mai allontanato dal calcio né dalla Roma. Anche nei momenti di difficoltà è sempre rimasto fedele alla sua squadra. Totti avrebbe potuto giocare con qualsiasi club di prestigio, molte offerte furono avanzate dal Real Madrid, eppure ha continuato sempre a vestire la maglia giallorossa. È rimasto il ragazzo genuino e semplice di sempre. Non nega mai un autografo o una foto ai suoi fans. Il successo non ha mai oscurato la sua umanità che è il tratto più bello del suo essere campione.
L’attenzione che lui rivolge a chi soffre non ha barriere né pregiudizi. Ambasciatore UNICEF, fondare e responsabile di una scuola calcio per bambini disabili, Francesco è con i più piccoli che dà il meglio di sé. Spesso visita gli ospedali e regala qualche sorriso ai bambini malati. Questi sono i piccoli gesti di un grande campione. Il fuoriclasse romanista è apprezzato da tutti, anche dagli avversari che spesso ne riconoscono le qualità. La presunzione non fa parte del suo essere. Da ragazzo ha sempre accettato i consigli di chi aveva più esperienza di lui e adesso è un buon esempio per i ragazzi del vivaio giallorosso. Nel 2014 si è aggiudicato l’edizione del “Premio esemplare Gaetano Scirea”, un riconoscimento conferitogli da oltre mille giornalisti sportivi che hanno votato Totti in quanto si è distinto in campo per lealtà e sportività.
Tuttora Totti è un giocatore temuto dai suoi avversari. Le sue giocate chirurgiche continuano a stupire e la sicurezza che dimostra con il pallone è disarmante. Classe cristallina e intelligenza calcistica caratterizzano Totti sin da quando era bambino. Arrigo Sacchi lo esaltava paragonandolo al Re Mida perché trasforma in oro qualsiasi pallone tocca. A 40 anni suonati è ancora in grado di incidere le sorti delle partite della sua amata Roma. Negli ultimi due anni è stato eletto più volte “man of the match”. L’11 gennaio 2015 si gioca il derby numero 161. I biancocelesti chiudono il primo tempo sul 2-0 e i tifosi giallorossi vivono un incubo. Il secondo tempo però è tutta un’altra storia. Il fenomeno giallorosso trascina la Roma e sigla una storica doppietta. Un vero e proprio miracolo lo compie il 20 aprile 2016. La Roma gioca in casa contro il Torino e al minuto 85 il risultato premia i granata per due reti a uno. Al minuto 86 accade però l’incredibile. Mister Spalletti, nei cui piani non rientra la presenza di Totti, decide di concedere gli ultimi 4 minuti al capitano giallorosso.
L’eterno campione in 240 secondi ribalta il risultato regalando alla sua squadra e ai suoi tifosi un’indimenticabile vittoria. L’11 settembre di questa stagione ripete un’impresa simile contro la Sampdoria cambiando il risultato nel secondo tempo da 1-2 a 3-2. Protagonista indiscusso della Roma da ormai 25 anni: bandiera, leggenda, ultimo gladiatore di un calcio romantico dove passione, fede calcistica e amore per la squadra erano i capisaldi. Un calcio che non esiste più perché ormai sono solo i soldi a fare da padrone. La gente ancora oggi gli chiede perché ha speso la vita a Roma e lui in una lettera commovente ha risposto: “Roma è la mia famiglia, i miei amici, le persone che amo. Roma è il mare, le montagne, i monumenti. Roma, ovviamente, sono i romani. Roma è il giallo e il rosso. Roma, per me, è il mondo. Questo club, questa città, sono state la mia vita. Sempre”. Una vera e propria dichiarazione d’amore.
Lodato dal mondo intero, apprezzato dai migliori allenatori di tutti tempi, quest’anno indossa i colori giallorossi probabilmente per l’ultima stagione. Eppure sarebbe più giusto se fosse lui a scegliere quando appendere gli scarpini al chiodo e non qualcun altro.
Oggi però è un giorno speciale, oggi Francesco Totti compie 40 anni. Sarebbe bello regalargli qualche trofeo in più: un altro scudetto, una champions league, un pallone d’oro a suggello di una magica carriera. Se avessimo una bacchetta magica ci piacerebbe farlo tornare bambino e godere delle sue perle per altri vent’anni. Purtroppo questo non si può fare. Quindi auguriamo a questo campione di trascorrere un buon compleanno con l’auspicio che possa continuare a scrivere la storia giallorossa per molto altro tempo. Da parte nostra non ci resta che dire grazie, grazie perché un giorno potremo dire di averti visto giocare, grazie perché potremo raccontare ai nostri figli la bellissima favola di Francesco Totti.
Agnese Fusco
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