Scontrone – Il suo nome è legato al miracolo del Castel di Sangro negli anni Novanta. Stagione 1995/96: un paese di cinquemila anime conquista la serie B e sale alla ribalta delle cronache nazionali. Da queste parti la gente negli occhi ha ancora scolpita quella staffilata che l’anno successivo, alla penultima di campionato, regalò la storica salvezza nel derby contro il Pescara. Autore di quella prodezza fu Claudio Bonomi, allora venticinquenne, poi passato al Torino che puntava dritto alla A.

Oggi quel biondo centrocampista di anni ne ha 42 e prima di appendere le scarpe al chiodo ha conosciuto la massima serie con Empoli e Lecce. Poi una lunga trafila nel calcio professionistico con Sampdoria, Pescara, Catania e Fiorentina. Da qualche anno è tornato in riva al Sangro per respirare un po’ di aria buona e spiegare il calcio ai più giovani. Quest’anno guiderà l’Atletico Sanniti, squadra di Scontrone iscritta al campionato di Prima Categoria molisana.

Un gruppo di ragazzi tutti del paese e della zona. Quando Bonomi infilava sotto l’incrocio il giovanissimo Morgan De Sanctis, questi ragazzi erano in curva al Teofilo Patini con i papà a stropicciarsi gli occhi. Oggi hanno la fortuna di prendere appunti direttamente dall’idolo della loro infanzia.

Suo grande mentore fu mister Osvaldo Jaconi. Non uno dei tanti incontrati nella sua carriera da calciatore. Uno che viene ricordato anche per una serie di metafore applicate al gioco del pallone. Tra tutte, quella del calabrone che “per la sua apertura alare non potrebbe volare. Ma lui non lo sa e vola”. Con Jaconi in panchina, nella stagione 1994/95 Claudio Bonomi fu uno dei protagonisti della cavalcata che portò il Castello alla doppia consecutiva promozione dalla C2 alla B.

Vent’anni dopo riparte dalla panchina di Scontrone e dall’umiltà di quella metafora. Ambizioni, campi di calcio e palcoscenici ben diversi, ma con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo di vent’anni fa.