Ciclismo, la Race Across Italy passerà per Castel di Sangro
Tra le molte discipline del ciclismo, sicuramente, le gare di Ultracycling sono le più impegnative soprattutto perché per iscriversi non occorre essere tesserato come professionista, anche se questo tipo di prove, si sviluppano su percorsi la cui lunghezza è di gran lunga superiore a una qualsiasi corsa a cui partecipano coloro che in bicicletta ci vanno per mestiere. Ciò non toglie che per prendervi parte pur trattandosi di cicloamatori è indispensabile una preparazione e una capacità di resistenza non indifferenti, dal momento che chi ambisce alla classifica non può permettersi nessuna pausa, ma anche coloro che non hanno velleità di vittoria non possono pensare al riposo se non vogliono arrivare oltre il tempo massimo.
La più popolare di questo tipo di manifestazioni è rappresentata dalla RAAM che è la più lunga al mondo in quanto si svolge sulla distanza di 5.000 km, praticamente dalla costa pacifica a quella atlantica degli Stati Uniti e per gli ultracycling man (ciclisti che corrono le lunghe distanze) più ambiziosi rappresenta il sogno di tutta una vita. Non è semplice però parteciparvi in quanto la durezza della prova richiede una notevole motivazione e un allenamento che non lascia spazio a improvvisazioni, oltre chiaramente al costo elevato che devono affrontare i partecipanti i quali sono obbligati ad essere assistiti da un team che li segue su un veicolo motorizzato, che ovviamente non può trainarli.
Lo stesso regolamento vale anche per le prove che si disputano in Italia, tra le quali spicca la Race Across Italy – la cui prima edizione, nel 2014, fu vinta dall’oriundo castellano Marcello Luca – che si svolge sempre ad aprile ed è valida quale prova di qualificazione per la succitata RAAM.
Anche in questo caso il parterre dei partecipanti, sportivamente parlando, è di tutto rispetto dal momento che i corridori saranno costretti a percorrere 750 km, partendo da Silvi Marina, sulla costa adriatica e farvi ritorno dopo aver attraversato il Valico delle Capannelle, l’Altopiano delle Rocche, la Conca del Fucino per risalire a Pescasseroli e riscendere verso la Ciociara. Una volta arrivati a Scauri, sul mar Tirreno, per gli stakanovisti sarà arrivato il momento del giro di boa che prevede un chilometraggio e un dislivello altrettanto impegnativi.
Infatti, dopo un primo tratto senza particolari asperità i ciclisti si troverano a scalare il Matese dal versante di Alife, per poi riscendere a Bojano e raggiungere Isernia, da dove si dirigeranno verso le Mainarde, quindi rimarrà da affrontare la salita di San Francesco prima di planare verso Alfedena e quindi Castel di Sangro. Dopo aver ripreso un po’ di fiato la pedalata si farà ancora più dura perché, oltre alla stanchezza accumulata rimarranno da scalare le rampe verso Roccaraso, in seguito ci sarà la possibilità di recuperare sulla discesa verso Sulmona e lungo il tratto di strada fino a Popoli, dove le famose svolte infliggeranno un’ulteriore sferzata alle gambe degli impavidi ciclisti, ma probabilmente sarà la salita che li porterà di nuovo a Campo Imperatore che asseterà l’ultimo colpo di grazia prima di rientrare nella ridente cittadina rivierasca.
Il via sarà dato nella mattinata di venerdì 26 aprile e il traguardo non potrà essere tagliato dopo le 12,26 di sabato 28. Circa un centinaio gli atleti iscritti, tra cui Omar Di Felice, l’uomo che pedala tra i ghiacciai, il cui nome è già scritto nell’albo d’oro della competizione, mentre tra gli avversari coloro che potrebbero salire sul podio sono il lussemburghese Ralph Diseviscourt e il tedesco Rainer Steimberg. La svizzera Isabelle Pulver è la donna più temuta dalle altre concorrenti. Anche l’abruzzese Eduardo D’Orsogna, soprannominato il lupo della Maiella, non è nuovo a questo tipo di esperienza come Enrico De Angeli e Valerio Zamboni tanto per citare altri nomi che in Italia hanno scritto la storia dell’ultracycling.
Piergiorgio Rocci
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