Tosatura, preparazione de “Lumanz” e pranzo insieme al pastore Daniele a Roccamandolfi
Una volta la tosatura delle pecore era il momento centrale per l’economia agropastorale del territorio. Oggi, sotto il massicio del Matese, sono rimasti in pochi a praticare questa antichissima tradizione. Sono i figli di quei pastori che rivendicano ogni giorno con fierezza e caparbietà, al mondo distratto della politica, quanto sia importante il ciclo produttivo naturale in una regione come il Molise.
Questi eroi “fuori epoca” sono i prosecutori di un lavoro duro ma nobile, tramandato dai loro avi. Custodi di quei piccoli gesti che distinguevano le famiglie dei pastori in questa zona del Molise. Tra questi, onora le origini in ricordo dell’indimenticabile papà Antonio detto “Magagnone”, Daniele Berlingeri, titolare dell’Azienda agricola “La Pecorella nera”. Un pastore di Roccamandolfi animato da tanta passione e la volontà di esplorare le nuove frontiere del mondo della zootecnia.
Durante l’inverno mantiene il gregge – circa duecento capi – a Santa Justa, Frazione di Macchiagodena, a poche centinaia di metri dal caseificio aziendale dove il latte viene sapientemente trasformato dalla compagna Maria Pisano in deliziosi primi sale, ricotte e pecorini.
Nel corso della stagione più calda Daniele porta le pecore in alpeggio a Roccamandolfi, contrada Fornello (mt.1200), godendo qui di una immensa area verde in purezza. Da qualche anno – generalmente la seconda domenica di luglio – l’azienda apre le porte della location estiva per far rivivere l’antico rito della tosatura.
Tra pochi giorni – il 15 luglio – l’agrotecnico, Antonio Di Stasio, espertissimo tosatore proveniente dalla Basilicata, farà vedere a tutti il rito pastorale de “Lumanz”. Usanza davvero unica, risalente a tempi immemori. Si tratta di un’operazione puramente estestica, alla quale viene sottoposto il montone scelto dal pastore a fare il “capo gregge” e quindi a coadiuvarlo durante gli spostamenti degli ovini.
La festa, ovviamente, continua a pranzo per la felicità dei partecipanti. Le tavolate saranno imbandite da antipasti di formaggi tipici (freschi e stagionati), bruschette, frittate contadine, insaccati ed i rustici del pastore. E visto che si parla di tradizione, non possono certamente mancare le “Sagn, fasciuel e cutech“, l’arrosto di carne, le verdure ed i pomodori dell’orto. “Produzioni a centimetro zero – confermano le massaie dello staff – come i dolci locali che saranno serviti a fine pranzo”.
Info e prenotazioni, sono disponibili sulla locandina.
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