Buona Pasqua ai lettori di “Tutti giù per terra”
Cari Tuttigiùperterristi, dopo mesi di assenza aggiorno la “vostra” rubrica per augurare a ciascuno di voi una serena Pasqua. Lo so, vi aspettavate un ritorno dissacrante su qualche tema di attualità più scottante. In questo senso riconosco di avervi viziati ma ho scelto di tacere per motivi legati ad una vera e propria strategia del mutismo che mi sono imposta dinanzi al bivio in cui mi sono trovata, ovvero: di fronte allo stato in cui versa l’Alto Sangro, ho preferito tacere evitando di cedere a uno slang poco elegante, sottraendomi così alle imposizioni sull’uso di un linguaggio ortodosso che richiede il mezzo di informazione.
Ho preferito tacere di fronte alle razzie dei ladri -sembriamo essere diventati il campo di allenamento dei mariuoli che tanto, alla fine della fiera, mi è sembrato di capire che la colpa è dell’occasione che fa l’uomo ladro-; ho preferito tacere di fronte all’ennesima protesta che mi hanno segnalato mesi fa gli studenti pendolari dell’Alto Sangro che viaggiano in piedi, malgrado le centinaia di euro di abbonamento annuale versate nelle casse dei trasporti. L’epoca della segnalazione risale al periodo natalizio e me lo ricordo bene perché riportai l’argomento in casa e, inspiegabilmente, esplosero le decorazioni dell’albero. Erano palle colorate. Boh!; e, ancora, ho preferito tacere sul manto stradale ridotto a un collage di crateri altrimenti detti buche, ma su questo argomento ho sviluppato una mia personalissima teoria ispirata alla fantascienza.
Dato che le innumerevoli segnalazioni mie e di amici e colleghi su altre testate hanno prodotto un assordante silenzio che nello slang popolare si tradurrebbe in un chi se ne fotte (scusate, mi è scappato!), sono giunta alla conclusione (negoziabile) che sotto il manto stradale si celi un’attività vulcanica ad oggi ancora ignota e che, un domani (o dopodomani oppure in una prossima vita per chi crede nella reincarnazione), la scienza ci darà le risposte sull’origine dei crateri tra i quali, oggi, siamo costretti a fare la gimkana a bordo delle nostre rispettabilissime autovetture da strada…così inadeguate al rally!
Ma non voglio annoiarvi con argomenti che i problemi che da tradizione tengono banco su tutte le tavole con agnello e lasagne, l’ho premesso, ho scelto di tacere. Vorrei invece raccontarvi un episodio che a mio giudizio è significativo del senso di pace e serenità che dovrebbe trasmettere la Pasqua.
Il giorno della Domenica delle Palme sono inciampata in una buca. Sì, una buca sull’asfalto e non mi trovavo nemmeno in Alto Sangro per attribuire l’incidente all’attività del fantavulcano di cui vi ho scritto sopra. Dunque, procedevo a piedi lungo un belvedere in compagnia dei miei familiari. A un certo punto ho sentito il piede cedere sotto il mio peso e in un nanosecondo ho visto l’asfalto avvicinarsi fino a sfiorare la mia bella faccia che riconosco essere di bronzo e, proprio in quanto tale, in uno slancio di orgoglio e dignità, per evitare di imprimerla sull’asfalto a futura memoria delle generazioni che verranno, ho virato di 90° il collo a sinistra finendo il mio volo con la testa contro un muro. Per la precisione ho battuto la regione frontale.
A terra e intontita dal botto, quando ormai immaginavo scritto sul muro “Loretta è stata qui” e il mio bulletto francese, Yanez, zompettarmi addosso come è solito fare quando mi sdraio sul pavimento di casa, ho sentito mia cognata dirmi che era riuscita a evitare di cadermi addosso solo perché aveva visto il preciso istante in cui il mio piede era andato in fallo. Mi sono rialzata con l’aiuto dei miei familiari e ho immaginato la scena con me a terra, mia cognata caduta addosso a me e il cane zompettare sopra entrambe. Praticamente un mucchio. Tutti giù per terra. E’ finita che, vinto il pudore, abbiamo ceduto a una grossa risata generale neutralizzando gli effetti dell’incidente che sembrava calibrato per rovinarci la giornata.
A voi Tuttigiùperterristi voglio augurare una Pasqua così, Tutti giù per terra, possibilmente senza inciampare e senza farvi male, e, qualora dovesse capitarvi come è capitato a me, appoggiatevi ai vostri affetti, quelli veri, poi fatevi una risata e date la colpa al fantavulcano che, ne sono certa, un giorno o l’altro, da qualche parte, qualcuno ci darà notizia della sua esistenza. Buona Pasqua!
Loretta Montenero
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