Campionato del Mondo – Italia, meno gel e più goal
Vederlo in campo che mostra i muscoli fa un certo effetto, a metà tra Iron man e l’incredibile Hulk. Con la cresta cattiva da eroe moderno e il muso imbronciato, buono per ogni occasione, viene voglia di affidare a Balotelli la ripresa economica del Paese. L’eroe Balo, il “progetto tecnico” di Prandelli, su di una slide renziana avrebbe fatto la sua bella figura, parla anche l’inglese e ha la fidanzata con l’unghia artiglio all’ultimo grido.
Ma lui non é Pablito Rossi che dall’alto del suo “modesto” metro e settantotto di altezza e i suoi leggerissimi 66 chilogrammi di peso, sbucava come un’anguilla tra le difese avversarie e faceva gol di testa, senza gel, senza cresta e probabilmente non aveva nemmeno un tatuaggio quando ai tempi dei moduli tattici disegnati sulle lavagne, il massimo del dissenso per un calciatore era chiudersi in silenzio stampa e i malumori si scioglievano con una partita a scopone, mica si rompevano bicchieri. Le belle facce barbute volute da Prandelli, a vederle in mezzo al campo sembravano i filosofi di quella partita divenuta virale su youtube, la Grecia contro la Germania capitanata da Hegel.
Però Andrea Pirlo, malgrado la barba folta e il capello pazzo da filosofo del centrocampo, non é riuscito a emulare Archimede che, in quella partita ideata dal gruppo comico inglese Monty Python, con un assist fece segnare il gol partita a Socrate battendo la Germania che, tra gli altri, schierava in campo un esagitato Nietzsche. In Brasile abbiamo perso contro la nazionale dell’Uruguay, un Paese che ha un Presidente mito di nome Jose Pepe Mujica, uno che trattiene per sé poco più di 400 dollari del suo stipendio destinandone oltre 7000 alla beneficenza. Uno umile insomma, di quelli che a vederli dalle nostre parti diresti che non arriva a fine mese e se lo incroci per strada mentre la tv ti trasmette immagini di calciatori milionari che perdono come brocchi, ti viene da mandarli a zappare.
Per fortuna, a mitigare il senso di inferiorità e frustrazione di fronte a quelle immagini da partita filosofica, ci ha pensato un tal Suarez col vizio del morso, forse un inconsapevole omaggio all’arbitro messicano Rodriguez soprannominato Dracula. Suarez ha lasciato la sua impronta dentale sulla spalla di Chiellini, uno degli ultimi azzurri che si rade regolarmente e sa fare il suo mestiere di difensore. Giorgio Chiellini, un altro che a vederlo così “normale” non avresti creduto potesse rientrare in quel “progetto tecnico” fatto di molto gel e pochi gol. Il Giorgione juventino che ha fatto la sua onesta figura in difesa, torna a casa con una testimonianza di partecipazione al torneo di calcio più ambito che pochi possono vantare: un morso dell’avversario sulla spalla che l’arbitro Dracula non ha voluto sanzionare.
Per il resto resta lo sfogo di Buffon, qualche dimissione, l’amarezza dei molti, tanto gel tra i capelli e tanta barba da radere. Gli esperti dicono che il calcio italiano é in crisi, forse, come crisi, arriva ultimo nella linea di successione di tutte le crisi economiche italiane che tanto, a quelli dello spread, che gli frega che l’Italia é uscita dai mondiali al primo turno. Mandata a casa da una squadra che si chiama come un gelato e un’altra con un Capo di Stato che si chiama Pepe. Ormai é andata, anzi, stanno tornando.
Come direbbe la mia amica Raffaella la quale, come me, confessa candidamente di non capire molto di calcio: forza Azzurri ma la prossima volta, meno gel e più gol.
Loretta Montenero