Tutti giù per terra: “Ve lo do io il parcheggio”
Ho trascorso l’estate a cercare un anello di congiunzione tra il parcheggio selvaggio ad uso e consumo dei visitatori, e il turismo.
Così ho tentato di mettermi nei panni di chi pianifica la viabilità, iniziando dall’aspetto emozionale che trasmette un territorio e ho pensato che nel parcheggio selvaggio deve esserci qualcosa di affascinante e seduttivo, qualcosa che attrae il turista più della Gioconda, più dei Bronzi di Riace, più degli scavi di Pompei. Secondo me il parcheggio selvaggio deve essere un piano studiato a tavolino dalle amministrazioni comunali. Se se ne affidasse la ricerca a qualche bravo investigatore, secondo me troverebbe tracce di parcheggio selvaggio autorizzato in qualche documento segreto chiuso sotto chiave nel cassetto di qualche stratega del marketing.
Uno di quei luminari che pianificano l’accoglienza secondo il teorema “forza venite gente”, che nel parcheggio selvaggio destina tutta la forza attrattiva di un territorio. Perché l’accoglienza dei turisti cos’è se non farli sentire a casa? Così ho preso il mio stradario e ho cominciato a puntare gli spilli colorati sulla carta per definire le aree di sosta selvaggia. Sul mio piano faccio divieto assoluto a tutti i turisti di parcheggiare nelle aree destinate a parcheggio; definisco con precisione chirurgica le misure delle auto che vanno parcheggiate davanti agli ingressi delle case, possibilmente abitate da residenti, in modo che essi, per uscire di casa, possono dare ai passanti adeguata dimostrazione di agilità motoria e sana e robusta costituzione che sono solo alcuni degli effetti benefici del vivere in montagna 360 giorni l’anno.
Dunque, davanti agli usci di casa, il mio piano prevede una misura massima e una minima per la sosta no-limits di autovetture che devono essere di dimensioni comprese tra la grandezza massima di un Suv e minimo di una Station Wagon. E così ho sistemato le famiglie di turisti con “bimbo a bordo“. Invece i single, i giovani disoccupati e tutti i senza famiglia che viaggiano sulle utilitarie possibilmente sgangherate che fanno disordine e lasciano tracce di olio esausto come faceva Pollicino con le molliche, li piazzo nei vicoletti, quelli stretti, quelli dedicati ai prodotti tipici e tradizionali, meta di passeggiate serali per turisti con e senza bimbi a bordo. Arriviamo alla categoria dei camperisti. Il piano prevede per i Camper aree di sosta rigorosamente senza acqua e corrente, in modo che i turisti che prediligono la vacanza sulla casetta viaggiante possono spostarsi con tutta la carovana nei pressi della fontanella più vicina che in genere é sempre poco distante dai centri.
E veniamo ai motociclisti. Sul piano viario piazzo i motociclisti rigorosamente sulla corsia di sorpasso in curva, faccio loro divieto assoluto di viaggiare a una velocità che sia inferiore ai 50 km orari con l’obbligo di rombare decibel dal motore che sfondino il muro del suono. Resta infine da riempire qualche area parcheggio rimasta vuota con qualche tendone da circo o qualche giostra perché in caso di malore che richiede l’intervento dell’elisoccorso, ebbene che l’elicotterista si arrangi come può in qualche piazzale occupato dalle auto e in ultimo ma non per ultimo, le ambulanze. Se restano inghiottite nel traffico di qualche isola pedonale, possiamo sempre addurre a giustificazione il fatto che non abbiamo l’ospedale, per dirla col Principe abusivo Alessandro.
Siani: “tanto, si adda murì, mor”. Quindi, che fretta c’è?! Ecco, credo che il mio piano traffico possa funzionare in termini di attrazione e seduzione e possa solo migliorare nella sostanza i numeri delle presenze che da decenni si registrano grazie, forse, anche alla sosta selvaggia.
Perché, cos’è l’accoglienza turistica se non far sentire i visitatori a casa loro, inghiottiti dallo smog, in fila al semaforo, imprigionati in doppia fila?! E il primo che raggiunge questi luoghi coi mezzi pubblici sperando di trovare una navetta che lo aiuti a spostarsi senza auto, vince la stesura del piano traffico per la prossima estate. Comprensiva di sosta selvaggia! Mi voglio rovinare!
Loretta Montenero
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