17 gennaio, la tradizione di Sant’Antonio Abate a Pescocostanzo e Castel di Sangro
Pescocostanzo e Castel di Sangro, due realtà dell’Alto Sangro che ieri, contemporaneamente ad Alfedena e Ateleta, hanno celebrato il rito dei fuochi di Sant’Antonio Abate. Due modi completamente differenti di vivere la festa del patrono degli animali.
Nel borgo degli Altipiani maggiori d’Abruzzo, dal 1985, hanno riportato in auge l’antica e suggestiva usanza di far alzare in cielo i “palloni di Sant’Antonio”; a Castel di Sangro invece il parroco Don Franceschelli ha impartito la solenne benedizione ai fuochi, agli animali e ai trattori dei contadini.
Musica e divertimento in entrambi i paesi. Ad animare l’organizzazione dello stand gastronomico, allestito vicino alla Basilica di Santa Maria Assunta, a Castel di Sangro, ci hanno pensato gli irriducibili volontari della “Congrea“. Ma anche a Pescocostanzo i numerosi turisti hanno potuto degustare le prelibatezze preparate in loco.
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