Capracotta in lacrime all’addio di Bruno Pallotta
“E’ un momento difficile anche per me: ho chiesto a Bruno di aiutarmi per celebrare questa funzione“. Sono state le prime parole confidate ai fedeli dall’anziano parroco di Capracotta, Don Elio Venditti, stamane alle 11, prima di iniziare la funzione funebre officiata per Bruno Pallotta, il 49enne allevatore di Capracotta, morto lunedì scorso sulla montagna di San Nicola; caduto accidentalmente dentro un dirupo, mentre tentava di recuperare una vitella.
Incontenibile la commozione che ha pervaso gli animi dell’intera comunità per la scomparsa di questo stimato ed instancabile lavoratore dal carattere mite, ma tenace e determinato nel suo lavoro. Pioggia incessante, come le lacrime dei suoi concittadini. Inconsolabili.
Diverse centinaia le presenze che si sono associate al dolore lacerante dei familiari, che solo l’altro ieri sono riuscite a riavere la salma del congiunto, sequestrata dalla magistratura per l’autopsia.
La Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo a stento è riuscita a contenere la folla. Vicino all’altare, oltre al gonfalone del Comune, erano sistemati i vessilli con il nastro nero, a lutto, dello Sci Club di Capracotta, del gruppo Avis di Capracotta, della Società Operaia di Mutuo Soccorso e della Società degli Artigiani e dei pastori di Mutuo Soccorso. Parenti, paesani ed amici, anche dei centri limitrofi, gli hanno tributato l’ultimo saluto.
Don Elio lo conosceva bene. E nel corso dell’omelia ne ha tracciato il profilo umano: un uomo sereno, orgoglioso del suo lavoro. Il sacedote era un suo amico: “Tempo fa – ha raccontato – gli chiesi quando si sarebbe convinto di presentarmi una bella ragazza da sposare. Lui mi rispose sorridendo che il momento era vicino“.
Provato e visibilmente commosso anche il primo cittadino Paglione. Fascia tricolore indossata, ha accolto il feretro sul sagrato della Chiesa madre. A stento è riuscito a trattenere le lacrime durante l’orazione funebre scritta con il cuore, riuscita ad esternare i sentimenti e lo stato d’animo della sua comunità. Distrutta dalla prematura scomparsa di questo figlio di Capracotta. Tra i banchi, in prima fila, i fratelli del defunto: Michela, Salvatore, Renzo, Raffaele, Graziella e la mamma Vincenzina; i cognati e le cognate.
I nipoti Luca, Alberto, Giuseppe, Alessio e Gianmarco hanno portato a spalla il feretro davanti all’altare. Il nipote più grande, Luca, ha preso la parola dal pulpito ricordando con parole toccanti l’amato zio.
A seguire anche il presidente dello Sci Club Oreste D’Andrea ha esternato il suo saluto ai familiari.
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