Castel di Sangro, “Dentro il Segno” le opere di Lina Boffa nella pinacoteca patiniana
Nell’ospitare la mostra personale di Lina Boffa, la Pinacoteca Patiniana di Castel di Sangro si pone come cornice molto suggestiva e al contempo luogo ideale dove poter celebrare l’evoluzione dell’incisione. Oltre alle opere di Teofilo Patini, la Pinacoteca accoglie infatti una serie di acqueforti del celebre Maestro Salvator Rosa.
Figura poliedrica, Salvator Rosa fu pittore, filosofo nonché poeta e commediante e autore di satire. Formatosi a Napoli tra le botteghe del Fracanzano, del Ribera e di Aniello Falcone al seguito di quest’ultimo divenne celebre pittore ‘battaglista’ e autore di raffigurazioni con figure in piccolo formato di soldati, pescatori, pezzenti. Dal 1640 la sua attività proseguì poi tra Roma e Firenze e in particolare proprio dell’ambiente mediceo di metà secolo subì il fascino, avvicinandosi allo stoicismo di impronta razionale e panteista, elaborando una visione etica della società del tempo, e si interessò all’esoterismo, in particolare alla stregoneria, che a Firenze aveva trovato grande diffusione.
Come ribadito dal compianto professor Vincenzo Pacelli – noto e grande esperto della pittura napoletana del Seicento cui tanto si deve – il Rosa fu uno straordinario maestro anche dell’acquaforte, particolarmente nelle figurazioni di paesaggi aspri e selvatici, nelle figure di soldati, di contadini, di figure mitologiche, di cosiddetti ‘capricci’ e di soggetti a sfondo esoterico e stregonesco; e nell’ultima fase della sua produzione continuò ad utilizzare l’acquaforte, secondo una nuova maniera monumentale, lontana da quegli esiti così vibranti del periodo precedente ma nulla cedendo al pittoresco e alla rappresentazione descrittiva.
In questa mostra abbiamo la possibilità di assistere ad un vero e proprio dialogo tra passato e presente, un dialogo che avviene attraverso la straordinaria versatilità delle tecniche grafiche dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Lina Boffa si pone tra le più talentuose del celebre calcografo di fama europea Bruno Starita e la sua produzione grafica può definirsi a ragione un continuo fluire di idee e sperimentazioni. Le sue opere si pongono nell’ambito dell’astrattismo informale che talvolta non rifugge da accenni figurativi. Il pensiero nasce astratto e su di esso la coscienza innesca associazioni ad immagini e significati univoci: senza dubbio l’astrattismo costituisce, nell’immediatezza e nella totale libertà, il linguaggio più congeniale di Lina Boffa che proprio nelle opere di più spinto astrattismo informale raggiunge gli esiti più intensi.
La forza espressiva delle sue opere scaturisce anche da una costante riflessione di ordine sperimentale. La sperimentazione audace e continua non solo è di per sé una componente imprescindibile delle sue opere ma rappresenta per l’artista una vera e propria sfida ingaggiata col segno inafferrabile, la ripetuta lavorazione, incisione, abrasione, corrosione della lastra metallica culmina nel gesto finale, nel rito con cui il Segno viene fissato, impresso nella stampa. Nelle stampe come nelle matrici è possibile cogliere come l’artista spinga la tecnica ad un limite tale da indurre l’acquaforte agli esiti dell’acquatinta.
L’evoluzione di Lina Boffa prosegue nella sua produzione più recente: la sperimentazione tecnica si amplifica sia nella scelta di morsure di varia intensità, fino all’impiego di acido a crudo, sia nella scelta dei materiali dal catrame alla gommalacca liquida. Il segno invece passa dal movimento fluido, liquido, di volare senza confini, al tratto lucido e razionale, invaso da macchie di emotività di lacrime represse. Infine in opere come “la forza della vita” e “48 sono i pezzi”, assistiamo ad una più netta virata verso un cromatismo che spazia dal monocromo delle terre e dei bruni all’ accensione più ampia.
Tutte le opere esposte restituiscono pienamente il rapporto “materico” che l’artista instaura con la matrice, lavorata con impeto e caparbietà ma anche con la sapiente pazienza che questo complesso gioco alchemico richiede.
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Anna Tucci
(storico d’arte)
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