Comunità Montana Alto Sangro, Liberatore annuncia le dimissioni a D’Alfonso: “Inutile amministrare in solitudine e senza risorse”
“Ad oggi ho la certezza che continuare a “guidare” la Comunità Montana Alto Sangro ed Altopiano delle Cinquemiglia non abbia più senso alcuno; se è vero, come ritengo sia vero, che in ogni caso sia indispensabile offrire il proprio contributo per la Comunità di appartenenza, credo sia oltremodo umiliante e svilente il ruolo che, fatti estranei alla semplice ordinarietà di gestione, sono costretto a recitare”.
Apre con queste parole amare, intrise di delusione e rabbia, la lettera inviata dal Commissario Straordinario, Avv. Andrea Liberatore al governatore Luciano D’Alfonso, al Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Mario Mazzocca e agli altri Assessori della Regione Abruzzo. “Parlo e scrivo per me ovviamente, ma credo che ogni Commissario Straordinario di ognuna delle Comunità Montane esistenti sul territorio abruzzese possa ben comprendere, meglio di ogni altro, il senso e la dimensione (istituzionale e sentimentale) di assoluta solitudine che partecipo”.
Un menefreghismo generale – quello denunciato da Liberatore – lamentato stamane nell’intervista esclusiva rilasciata a TeleAesse dove critica duramente il disinteresse politico dei sindaci del comprensorio, ma anche degli stessi vertici della Regione Abruzzo: D’Alfonso & Company.
Il politico sangrino al nostro microfono svela dei particolari raccapriccianti sullo stato cui versa l’ente sovracomunale. “Pochi giorni or sono – denuncia ancora nella lettera – mi sono visto “costretto” a paventare la sospensione dei servizi, così come previsti dal piano sociale di zona 2011/2013, primo semestre 2017, per assoluta carenza di fondi; voglio ripetere, al fine di esserne davvero certo: per assoluta carenza di fondi; sul paventato taglio minacciato dal Governo nessuna comunicazione ufficale, anche solo mitigatrice, è giunta.
Le comunicazioni inerenti la messa in sicurezza degli impianti di compostaggio e discarica di Bocche di Forlì (di cui questo Ente è proprietario) si sono esaurite in una voce che chiama (desolata) nel deserto, come del resto quelle finalizzate a rappresentare come, in assenza di erogazione dei fondi, non sia possibile pagare le bollette del telefono, della luce, dell’acqua e tutti i costi che la semplice esistenza (intesa in termini di pura materialità) di una struttura determina”.
Una situazione drammatica che di fatto paralizza l’azione essenziale della Comunità Montana: “Il personale, parte del quale è stato allocato altrove – aggiunge Liberatore – in occasione e conseguenza della paventata chiusura al 31 dicembre 2016 (poi posticipata al Marzo 2000), è ridotto al minimo ed i fondi, finanche quelli per le spese correnti, come detto, sono inesistenti. Perchè prorogare di altre tre anni allora? La decisione ha il sapore dell’accanimento istituzionale ed il pensiero corre a Flaiano che risulta più che mai attuale: “La situazione è grave ma non seria”.
Liberatore conclude la nota annunciando le dimissioni irrevocabili dalla sua funzione, qualora non ottenga riscontro concreto, entro e non oltre dieci giorni dalla ricezione della sua lettera. “Ho la certezza che amministrare in queste condizioni più che difficile sia perfettamente inutile”.
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