Fred Bongusto, “Tre settimane da raccontare” di Pierluigi Giorgio
Tre settimane dovremmo raccontare noi da quando, proprio tre settimane fa Fred Bongusto è partito per l’ultima tournèe su una rotonda fra le nuvole a deliziare Dio e i Santi in un concerto in accordo e condivisione con Bruno Martino, Umberto Bindi, Fabrizio De Andrè, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Luigi Tenco e forse guest star d’eccezione Frank Sinatra. Ma lì si sa, son tutti uguali e non esistono priorità ed eccezioni, anche se Frank ci prova… Son lì ad adattare stili e temi, a volte simili, a volte diversi ma San Pietro direttore d’orchestra, metterà di certo d’accordo tutti…
E mentre i suddetti se la cantano e se la suonano, le tre settimane per noi mortali in terra di Molise si sono tramutate in un terno a lotto, durante il quale si sono alternate, accavallate, contrapposte idee, sondaggi su come meglio onorare Fred Bongusto, recuperando in corner una mancanza: quella in generale di non averlo fatto adeguatamente in vita, ricambiando il suo amore inconfutabile per le origini e la sua Campobasso. Snobismo, invidia, supponenza, stoltezza e leggerezza provinciale, sufficienza, disinteresse?… Anche Giose Rimanelli, scrittore (e non solo), assaporò con malinconia la stessa sorte…
E dunque giù proposte: una piazza, una strada dove trasmettere in audio le sue canzoni più note, una statua, una targa, un teatro o uno stabile a cui cambiare il nome intitolandolo al nostrano cantante, un festival… Ognuno spinto da emozione spesso postuma (e si auspica non passeggera), dice la sua. Ed io che “raccontai” Fred in tempi insospetti, dunque anch’io propongo la mia: “Tutto va ben, tutto fa brodo!” recitava una pubblicità di carosello in bianco e nero al tempo dei primi onorati esordi di Fred nello spettacolo, e quindi ogni isea è buona ma da vagliare attentamente…
Da artista però suggerisco una struttura multiculturale e non scelte “passatiste” come avrebbero detto i Futuristi di allora. Una sede che si fa promotrice di eventi inerenti la creatività; dedicata, offerta alle espressioni artistiche in generale, dalla musica alla pittura, dal canto alla scultura, dai filmati alla narrazione… Un qualcosa che ce lo restituisca vivo il nostro cantante (e sottolineo “nostro”), senza naturalmente dimenticare uno spazio alla memoria! Insomma un gesto in linea con il suo essere: “vivo” dicevo, che solleciti, proponga, porga e restituisca vita: anche e soprattutto a favore delle nuove generazioni. Credo che lui di lassù ci donerebbe un sorriso, il suo sorriso, dolce, umile e un po’ malinconico…
Pierluigi Giorgio
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.