Giornata storica ad Ateleta: il gemellaggio con Zambrone e la medaglia di bronzo al valor civile
Si sono celebrati nella città ateletese il gemellaggio con la città di Zambrone e nella stessa giornata anche la festa per il riconoscimento della medaglia di bronzo al valor civile
Quello che ci apprestiamo a raccontare, racchiude in una sola giornata due episodi di rilevanza storica per la cittadina di Ateleta.
Il primo è un patto di fratellanza con la città di Zambrone in provincia di Vibo Valentia in Calabria. Le due comunità hanno deciso di unirsi in gemellaggio poiché figlie dello stesso padre. Infatti nell’anno 1811 il Re di Napoli Gioacchino Murat rilasciò per decreto, a distanza di pochi mesi l’una dall’altra, l’autorità per fondare le due città.
Il secondo, senz’altro più rilevante, è il conferimento della medaglia di bronzo al valor civile, attribuita dalla Presidenza della Repubblica per onorare i civili caduti durante la seconda guerra mondiale.
L’onorificenza è stata insignita al comune di Ateleta, per aver subito I bombardamenti dai tedeschi, i quali hanno portato alla distruzione circa il 90% delle abitazioni. Alla fine del conflitto mondiale la comunità in riva al Sangro ha pianto 103 vittime tra cui donne, uomini e bambini.
Al fine di commemorare questo riconoscimento, frutto del sacrificio dei tanti civili che hanno perso tutto, compresa la propria vita, l’amministrazione comunale ha organizzato un’impegnativa manifestazione che ha riscosso unanimi pareri di gradimento.
Durante la cerimonia le cariche istituzionali, in rappresentanza per l’intera regione, hanno decorosamente reso merito al suddetto riconoscimento.
Davanti il cippo monumentale dei caduti, lì dove sorgeva la chiesa di piazza Carolina, i carabinieri in alta uniforme e le associazioni locali hanno presieduto durante la cerimonia il luogo della memoria.
La banda di Martina Franca, oltre ad intrattenere i convenuti durante la manifestazione, ha motivato con le note musicali gli attimi più salienti: dall’Inno di Mameli, durante la cerimonia dell’alzabandiera, al “Silenzio” nel momento del raccoglimento in preghiera.
Un suono carico di sofferenza sibila nel vento. Il cuore si ferma 103 volte, tanti i rintocchi del gong a commemorare speranze e sogni spezzati a causa della scelleratezza umana.
Il Vescovo di Sulmona-Valva S.E., Monsignor Michele Fusco, ha benedetto il luogo della memoria con acqua santa, cercando di sanare le cicatrici dell’anima di coloro che hanno vissuto quei terribili momenti.
I gonfaloni di rappresentanza si alzano in segno di rispetto, lo stemma della città fondata da Gioacchino Murat segna il percorso, aprendo di fatto la parata. Il corteo si muove lungo le strade della città.
La banda suona le musiche della festa. Il volto dei partecipanti pare più disteso nonostante il fardello che quella medaglia porta con sè.
La chiesa di San Gioacchino accoglie il numeroso corteo, le campane suonano a festa richiamando l’attenzione dei cittadini. Il luogo di culto si riempie velocemente ma riesce ad accogliere tutti i partecipanti.
Sull’altare il Vescovo celebra il rito religioso ricordando l’importanza della giornata. Il sacrificio dei caduti deve essere un monito per le nuove generazioni le quali non possono comprendere l’asperità di quei momenti, non possiamo biasimarli, è giusto insegnare il significato di queste ricorrenze.
Tanti ragazzi siedono tra i banchi, in preghiera. Sono coloro che tra molti anni potranno tramandare la memoria. Il passato ed il futuro per un istante azzerano le distanze tra di loro.
Terminata la funzione religiosa il corteo muove in direzione del parco comunale. La banda, sempre in testa ai gonfaloni, segna il percorso.
La celebrazione per l’attribuzione della medaglia al valor civile sta per volgere al termine, non prima di aver depositato la corona di fiori sul monumento dei caduti di tutte le guerre. Il tricolore svetta sul pennone del parco comunale.
La macchina organizzativa del comune si mette in moto. Le associazioni preparano il servizio e le pietanze per accogliere tutti i partecipanti. Sotto il tendone allestito dai volontari prendono posto i cittadini per la conviviale all’ora di pranzo.
Oltre 450 posti a sedere nella tensostruttura hanno permesso a tutti di beneficiare di un sontuoso pasto caldo a base di pasta polenta e agnello alla brace.
Il pranzo, distribuito, gratuitamente, a tutti i convenuti dall’amministrazione comunale, è stato largamente apprezzato per qualità, e, sopratutto per il servizio ai tavoli.
Ancora una volta va ricordato il grande impegno dei volontari che, senza remunerazione, hanno dedicato il loro tempo aa Ateleta, per accontentare tutti i cittadini. La Protezione Civile e il Gruppo Alpini hanno lavorato fino a tarda sera, mostrando una delle peculiarità del popolo ateletese: l’accoglienza.
Dopo il sontuoso pasto si sono aperte le porte della sala polivalente, rimessa a nuovo per celebrare l’evento. La popolazione prende posto velocemente per seguire il dibattito. Oggi in sala c’è un ospite d’eccezione: l’amministrazione comunale della città di Zambrone.
Il sindaco Giacinto Donatelli prende parola. Il pubblico presente ascolta anche in piedi le parole del primo cittadino servirebbe un locale ancor più grande per contenere tutti.
Dopo aver presentato Corrado L’Andolina, sindaco di Zambrone, e spiegato le ragioni che hanno spinto l’amministrazione comunale a gemellarsi con la città calabrese, Donatelli concede la parola ai relatori.
Durante il convegno vengono esposti i punti in comune tra le due città, anche illustrando ai convenuti le bellezze dei luoghi: una sorta di cartolina territoriale che vede le due realtà contraddistinguersi per le loro peculiarità. La salubrità dell’aria montana per Ateleta e gli incantevoli scenari marittimi per Zambrone.
A conclusione del convegno non poteva mancare un cordiale scambio di doni tra le due amministrazioni per suggellare un patto di amicizia duratura. Come consuetudine, in questa occasione, la generosità dei calabresi si è mostrata in tutta la propria raffinatezza.
Nelle battute finali del convegno sono stati proiettati i filmati promozionali di Zambrone e di Ateleta, realizzati per mostrare gli angoli più suggestivi delle proprie città.
Michele di Franco
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