Il docu-film di Agapito Di Pilla, Women of Molise: i volti del passato per dirti chi eri
E se un giorno un tizio bussasse alla tua porta chiedendo di riconoscerti in una vecchia foto scattata sessanta anni fa da Frank Monaco? Come reagiresti riconoscendo il tuo viso giovane, l’incarnato delicato, lo sguardo sospettoso, talvolta intimidito o lusingato di chi, per la prima volta è stato inquadrato nell’obiettivo di una reflex americana di fine anni ’50? Occhi sgranati, riconosceresti forse i tuoi tratti, inconsapevolmente immortalati in quella vecchia foto bianco e nera e, forse, lasceresti che i ricordi prendano il sopravvento come un fiume in piena per raccontarli al tuo intervistatore.
Lui, il tizio che ha bussato alla tua porta per intervistarti, si chiama Agapito Di Pilla e porta con se una telecamera digitale e molta curiosità. Il suo progetto,“Women of Molise” è iniziato nel 2010 e si è sviluppato nella forma di documentario nel quale, il giovane regista molisano racconta, attraverso le interviste il suo “viaggio” alla ricerca delle tappe che Frank Monaco, famoso fotografo internazionale di origini molisane, aveva tracciato negli anni Cinquanta in Molise avventurandosi tra le campagne di Macchiagodena e di Cantalupo nel Sannio.
“Women of Molise” è stato presentato in premiere sabato 20 settembre nel Chiostro di San Francesco ad Isernia – all’interno del “settembre isernino”. Il docu-film colpisce soprattutto per il modo in cui è stato girato: immagini di vite private, fotogrammi mossi, senza filtri ne copioni, creati per adattarsi a ciò che resta dell’universo contadino in Molise, una realtà molto simile a quella descritta nelle testimonianze fotografiche di Monaco. Nel documentario non trapela mai l’invadenza dello scoop giornalistico a tutti i costi e questo elemento, assieme ad un insieme di piccoli dettagli gentili, rende “Women of Molise” un piccolo e delicato capolavoro di discrezione e dignità. In “Women of Molise” il regista non è solo un intervistatore, bensì il mediatore indispensabile tra il mondo “antico”, fatto di dialetto molisano stretto, modi di dire, emozioni che non trovano riscontri in parole, e lo spettatore “moderno”, figura distante e spesso ignara delle proprie origini.
Altro elemento rilevante del filmato è rappresentato dalla colonna sonora, una selezione che si frappone tra passato e presente e ne fa da ponte: pezzi sintetizzati, suoni low-fi, motivi elettronici, minimali ed intimi, in linea con la delicatezza del modus registico. Suggestioni sonore che rimandano all’immagine di un vecchio album di ricordi vissuti, da sfogliare lentamente. Dalle musiche del musicista Egle Sommacal, alla formazione berlinese Marzipan Marzipan, per finire ai temi originali tratti dall’album “In Bloom” dell’artista di musica digitale contemporanea Kein, da Campobasso, che ha presentato il suo lavoro nel corso della stessa serata isernina nel Chiostro di San Francesco.
La serata è stata introdotta dall’intervento del professor Norberto Lombardi che ha presentato la ristampa del libro “Obiettivo sull’anima” – volume che raccoglie le opere di Frank Monaco – e ha tenuto una digressione storica riguardo i suoi incontri con il fotografo italo-americano raccontando aneddoti e curiosità sulla sua vita. Successivamente, nel corso dei saluti delle autorità intervenute, l’Assessore Regionale Michele Petraroia ha conferito un riconoscimento ufficiale al Console Onorario Joseph D’Andrea – e a suo fratello Lucio – per il lavoro svolto nel corso degli anni a favore delle numerose comunità molisane all’estero. Particolari emozioni hanno suscitato i suoi racconti riguardo i tristi fatti di Monongah, tragedia del secolo scorso che ha visto coinvolte molte famiglie di molisani emigrati negli Stati Uniti.
La serata è proseguita con la visione del tanto atteso documentario “Women of Molise”. Davanti ad un pubblico sempre più emozionato, nel quale figuravano alcune delle protagoniste degli scatti fotografici, sono stati proiettati pezzi di interviste condotte da Agapito.
Nel video gli intervistati raccontano ciò che stavano vivendo nel momento dello scatto e quello che ricordano del fotografo. Di lui, uno straniero venuto da molto lontano per conoscere le sue origini, sorprendevano soprattutto gli atteggiamenti inusuali e disinvolti che mostrava ed il modo singolare di osservare, attraverso la macchina fotografica, la realtà secondo un criterio quasi antropologico.
C’è un riscontro di questo aspetto nel documentario, soprattutto nelle testimonianze delle donne intervistate, oggi ultrasettantenni, che avevano catturato fortemente l’attenzione del fotografo. Frank Monaco era infatti molto attratto dalla donna del Molise, la donna sannita, quasi fosse alla ricerca del ventre materno da cui aveva preso vita la sua esistenza, e le osservava avvicinandosi gradatamente in cerca di una forma di comunicazione di “emergenza”. Vi sono scatti di donne a lavoro nei campi, immortalate durante i rari momenti di ricreazione. Ve ne sono altri di donne intente a raccogliersi i capelli in grandi trecce, o di donne al mercato, intimidite nella scelta di un fermaglio su di una bancarella. Ci sono anche testimonianze di gravi lutti, o di separazioni commoventi. Ma anche in queste occasioni, la presenza di Frank Monaco è sempre discreta e – più o meno – marginale: lo stesso approccio, garbato e gentile, si riscontra nella tenacia documentaristica di Agapito di Pilla.
Avere la fortuna di vedere “Women of Molise” vuol dire immedesimarsi nelle emozioni di chi osserva la propria immagine nello specchio del passato. In tutte le interviste l’emozione è alle stelle ed è estremamente contagiosa. Un tizio, simpatico e curioso, potrebbe bussare alla tua porta un giorno e chiederti chi eri e chi sei oggi. Anche nel presente, si ripetono, piccoli momenti intimi, azioni rituali e quotidiane che devono necessariamente trovare un legame con ciò che fu perché ci sia possibile interpretare e capire al meglio il puzzle della nostra identità.
Per maggiori informazioni su “Woman of Molise” si può visitare il sito www.womenofmolise.com oppure contattare Agapito di Pilla all’indirizzo e-mail aga.raster@gmail.com. Per maggiori informazioni sulla colonna sonora e sull’album “Fondle” di Kein, il riferimento è www.kein.it.
Elide Braccio
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