L’eccidio di Limmari, uno dei più efferati crimini dell’intera seconda guerra mondiale
Alla stragrande maggioranza degli abruzzesi il nome dei Limmari e di Pietransieri, non dicono assolutamente nulla. A moltissimi Roccaraso fa venire alla mente campi di sci, sport invernali ed escursioni in montagna. Ed è un bene che questi luoghi attraversati dal flagello della guerra del 1943, oggi rimandino alla mente solo la natura incontaminata e vacanze amene.
Oggi veramente pochissime persone sanno che in alcune masserie a sud di Pietransieri è avvenuto uno dei più efferati crimini dell’intera seconda guerra mondiale. Sicuramente l’episodio più grave negli otto mesi di occupazione tedesca dell’Abruzzo ed uno dei più vergognosi crimini tra tutti quelli commessi dall’esercito tedesco in Italia.
Neppure se un giorno si facesse la versione italiana della mostra fotografica “Guerra di distruzione”, neppure allora Pietransieri troverebbe il suo giusto spazio: non esiste una foto, ne della strage ne del paese distrutto. Non esiste nessun documento coevo: dopo la strage ci furono altri 7 mesi di occupazione tedesca.
La triste realtà è che una carneficina di oltre un centinaio di vittime è a tutt’oggi praticamente ignorata fuori dall’Abruzzo. Come la neve due giorni dopo l’eccidio, nascose alla vista dei sopravvissuti i resti delle povere vittime, cosi una coltra ancor più pesante, quella dell’ignoranza, ha fatto si che questa orrenda strage restasse disconosciuta a livello nazionale o, se si preferisce, che la sua conoscenza fosse ristretta all’ambito regionale.
Sulla strage di Limmari ha pesato fino ad oggi una macroscopica mancanza di dati certi, soprattutto in Italia ed in special modo tra gli addetti ai lavori. Insieme allo storico e guida turistica Camillo Chiarieri e l’attore “cantastorie” Marcello Sacerdote abbiamo percorso quei sentieri per raccontare una strage inutile che ha falcidiato la piccola comunità di Pietransieri.
Tratto da L’Eccidio dei Limmari di Paolo Paoletti
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