Nemo Propheta in patria, la cacciata di Gesù dalla sinagoga
Nella prima lettura della liturgia odierna Geremia è posto di fronte alla sua missione di profeta: Dio lo ha scelto fin dal grembo materno.
A lui, come ad ogni profeta, non sono consentiti sconti o riduzioni: «Di’ loro ciò che ti ordinerò». A Nazaret, «dove era cresciuto», Gesù viene rifiutato, anzi cacciato. Anche noi, familiari di Gesù, talvolta gli riserviamo la stessa sorte. Il suo insegnamento molto spesso non collima con i nostri desideri o le nostre attese.
La sua parola domanda conversione, cambio di strategia di vita. Continua ad essere di bruciante attualità l’amara constatazione di Gesù: «Nemo propheta in patria» (nessuna profeta è bene accetto nella sua patria). Qui non è un qualsiasi profeta disprezzato dai suoi, ma il Profeta inviato da Dio al suo popolo, a noi.
Nella seconda lettura l’Apostolo Paolo nel brano della Prima lettera ai Corinzi ci indica una strada sicura per essere profeti autentici: quella dell’amore, della carità. Fuori di essa c’è solo illusione. Non possiamo non far risuonare per noi le parole di santa Teresa di Gesù Bambino: «Nel cuore della Chiesa che è mia madre, io sarò l’amore».
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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