Protesta commercianti Castel di Sangro, gli imprenditori scendono in Piazza
La protesta dei commercianti è stata silenziosa e poco partecipata, probabilmente per un senso di rassegnazione che sta avvolgendo l’imprenditoria di Castel di Sangro, cosi come quella Italiana, dopo la scelta del Governo centrale di chiudere l’Italia nella morsa della Zona Rossa durante le festività natalizie.
Una scelta per certi versi necessaria, ma che non sta dando le risposte adeguate al settore del turismo invernale rispetto a quelle scelte messe in campo nel settore estivo della passata stagione. Comprendere le ragioni di questa differenza è semplice per chi vive la montagna rispetto a chi risiede sulla costa, ovvero “questione di numeri”.
Inutile girarci intorno; coloro che vivono in “quota” sono sempre di meno e lo spopolamento delle aree interne è un dato di fatto inconfutabile. Quello che sconforta ulteriormente è la poca considerazione del Governo nei riguardi del turismo montano invernale.
Parlando del solo Alto Sangro, oltre 6000 famiglie vivono grazie al turismo invernale e generano reddito, per gran parte dell’anno, in questo periodo. Gli organizzatori della protesta commercianti ci hanno provato a portare in Piazza Plebiscito le circa 550 partite iva di Castel di Sangro, ma la risposta è stata debole.
Alcuni rappresentanti degli imprenditori hanno incontrato il sindaco Angelo Caruso nella sede comunale per trovare qualche soluzione adatta alla situazione. Molte sono state le lamentele, generate a causa dei mancati incassi, causate dalla restrizione degli spostamenti ma soprattutto per l’assenza turistica.
Il sindaco Caruso ha ascoltato i concittadini spiegando le misure che l’amministrazione comunale può mettere in campo. I bilanci vanno comunque rispettati ed è impensabile un taglio verticale delle tasse ed imposte comunali.
Quello che potrei suggerire al Governo, semmai dovesse ascoltare questo appello, è quello di destinare un fondo per un rilancio pubblicitario da destinare alle partite iva delle aree montane, oltre a risolvere una delle più grandi ingiustizie sociali legate a chi vive questi luoghi freddi e nevosi: l’IVA al 4% per il riscaldamento delle nostre case e attività.
Ph: Rina Di Carlo
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