Riaperta la ex Chiesa di Santa Maria Maddalena a Castel di Sangro, emozioni indimenticabili
Oggi è stata una giornata importante per la cittadinanza di Castel di Sangro, dopo un lungo restauro iniziato circa 40 anni fa, alle ore 11:00 è stata riaperta al pubblico la ex Chiesa di Santa Maria Maddalena adiacente il Convento nel quale è presente il Museo Civico Aufidenate diretto dall’Arch. Mario Rainaldi.
Un racconto profondo ed emozionante, raccontato dall’Arch. Claudia Cincione, che ha riportato i partecipanti indietro negli anni 80 quando, ricevuta l’approvazione dalla Soprintendenza dei beni culturali, armati di stivaloni da pesca e tanta buona volontà, sono entrati in quel convento ormai adibito a ricovero di animali e attrezzi.
Basta chiudere gli occhi per provare ad immaginare quel luogo angusto, traboccante di letame, animali ed erbacce, per non parlare delle famigerate vipere nascoste in ogni anfratto. Più che un luogo di culto, a causa della guerra e dell’incuria umana, il Convento della Maddalena appariva più un luogo spettrale, ormai fatiscente e diroccato ma dall’anima “Castellana”.
Dalla sua parziale riapertura, a nessun castellano verrebbe in mente di deturpare il “suo Convento”, luogo trasformato e reso fiore all’occhiello della comunità. Finalmente, dopo un recupero ulteriore degli interni, la Chiesa è tornata a brillare di luce propria grazie al restauro curato dall’Arch. Laura Di Sanza che, visibilmente emozionata, ci ha accompagnato lungo le fasi del recupero architettonico mostrando le fasi iniziali.
Oggi Castel di Sangro ha ritrovato un luogo incantevole per ospitare attività artistiche e culturali ma che si presta adeguatamente a tutte quelle attività che ormai stanno rendendo la città sangrina mirabile.
Nelle interviste curate la Mariangela Amadio potrete comprendere perché questo è, per certi versi, un “luogo del cuore”.
“L’intervento più consistente ha riguardato l’ex Chiesa della Maddalena, annessa al quattrocentesco convento francescano, sede ora del Museo Civico Aufidenate, per la quale si è reso necessario ripristinare la facciata ed introdurre una nuova struttura portante all’interno, sulla quale poggiare il tetto in legno. L’ex chiesa conserva sul frontale un rosone in pietra lavorata e lo stemma di Alfonso D’Avalos-D’Aquino, all’interno presentava un tempo ben 9 altari ed un soffitto ligneo del XVI secolo decorato in oro zecchino e purtroppo devastato dalle intemperie durante gli anni della ricostruzione post-bellica della città.
Infatti, in quegli anni, la chiesa divenne cava di materiale per la riparazione del tetto della basilica di Santa Maria Assunta, con conseguente deperimento delle coperture e degli arredi. Il recente restauro dell’edificio rappresenta un importante passaggio strategico atto a garantire la gestione e manutenzione del bene, consentendo allo stesso tempo la valorizzazione e l’inserimento di nuove funzioni fondamentali per garantire il processo di conservazione della struttura. L’antico edificio, ormai chiuso da oltre settant’anni, verrà restituito alla comunità oggi, domenica 19 giugno. All’incontro parteciparanno i due architetti che si sono succeduti per la progettazione e direzione lavori, Claudia Cincione e Laura Di Sanza, oltre alla professoressa Angela Caruso ed il sindaco Angelo Caruso. L’evento avrà lo scopo di raccontare la cronistoria dell’ex chiesa divenuta ora nuova ala museale. Il direttore del Museo, Mario Rainaldi, modererà gli interventi, svolgendo anche una relazione storiografica dell’edificio monumentale. Ad intrattenere il pubblico ci sarà il noto mandolinista Maestro Francesco Mammola. Il sindaco ritiene che oggi si scriva una pagina di storia importantissima, poiché la cittadinanza si riappropria di un bene preziosissimo, che darà ulteriore lustro alla città“.
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