‘Roccasicura ai suoi eroi 1935 – 1945’, storie di soldati raccontate da Antonio Salvatore
Antonio Salvatore, campobassano, dottore in scienze politiche e relazionali internazionali, in scienze dei beni culturali e ambientali e in archeologia – già autore di quattro libri – stavolta ha concentrato le energie per portare alla luce le storie di giovani militari di Roccasicura, chiamati alle armi per servire la Patria nel decennio 1935 – 1945.
“Roccasicura, allora provincia di Campobasso – scrive l’autore – concentrava nel 1936: 1.134 abitanti, immensa in una realtà economica povera e di sussistenza, basata prevalentemente nel settore agro-pastorale, e dove il bassissimo grado di alfabetizzazione di larga parte della popolazione, non permetteva all’individuo di intravedere alcun riscatto economico-sociale, né per se stesso né per la propria famiglia.
E’ all’interno di questo quadro, colorato dalle opache tinte di una dignitosa miseria, che tanti uomini di Roccasicura, lasciarono le proprie famiglie, le proprie terre, inviati a combattere in aree così lontane e diverse dal loro piccolo Molise, un nemico mai conosciuto prima e da cui, soprattutto, non avevano ricevuto torto alcuno. Ma fedeli eredi della nobile stirpe sannita, loro combatterono con coraggio e onore, diventando tutti eroi“.
Il volume, illustrato al pubblico sabato scorso nell’ex edificio scolastico di Roccasicura, è il frutto di un accurato lavoro di ricerca sollecitato da Vittorio Finelli, ottantaquattrenne campano, impiantato nel borgo altomolisano, custode della memoria storica del paese grazie alla gelosa conservazione di antichi documenti, riviste, fotografie e oggetti di ogni specie, che mantiene in uno spazio all’interno del Centro Memoria, Cultura e Tradizione di Roccasicura.
Edito da Volturnia Edizioni, il libro è stato sottoposto ad un processo di “peer rewiew” dal Comitato Scientifico dell’Università degli Studi del Molise. Alla sua presentazione, oltre al sindaco di Roccasicura, Fabio Milano, hanno preso la parola i docenti di storia contemporanea dell’Unimol: Giuseppe Pardini e Giovanni Cerchia.
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