Treno storico a vapore a Castel di Sangro, gettate le basi per il ripristino del trasporto pubblico
Che Angelo Caruso abbia delle spiccate doti politiche dopo tutti questi anni di amministrazione, sicuramente è chiaro a tutti, ma quando a dirlo è il presidente della Fondazione FS Luigi Cantamessa, allora sono in tanti a doversi ricredere sulle perplessità di poca visione del fare di questo abile uomo politico.
“Lì dove esistono delle zone ferroviarie in stato di abbandono, tantissimi sindaci chiedo la rimozione dei binari per costruire parcheggi. Tuttavia, amministratori come il sindaco Caruso hanno capito invece che valorizzare l’area di risulta di uno scambio ferroviario all’interno della propria città può essere un nuovo modo di concepire il turismo. Io un visionario come questo sindaco lo vorrei nei palazzi del Governo“, ha dichiarato il presidente Luigi Cantamessa.
Evidentemente Cantamessa conosce a fondo le dinamiche dei palazzi di Stato. A tal motivo ha visto in Angelo Caruso delle capacità non comuni che potrebbero avviare una riflessione sul futuro del primo cittadino di Castel di Sangro.
Sceso il sipario sul 126º anniversario dalla costruzione della tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone, con lo snodo infrastrutturale a Castel di Sangro, si traccia il bilancio di questa giornata con il direttore del Museo Civico Aufidenate Mario Rainaldi, autore insieme a Terzio Di Carlo del libro edito da TeleAesse Communications “Il nodo infrastrutturale dell’Abruzzo Citeriore” presentato venerdì 15 settembre presso il teatro Francesco Paolo Tosti a Castel di Sangro.
Crescita, valorizzazione delle aree urbane in abbandono e miglioramento di tutto il tessuto urbano della città, hanno permesso la riqualificazione della area di risulta (ex Sangritana) di sviluppare un collegamento con la Strada Statale 17 e la Strada Statale 652 senza entrare nella città.
Non solo, questa nuova arteria attraverserà un parco ferroviario in allestimento per arricchire ulteriormente l’offerta turistica per gli amanti della linea ferrata e di tutti i viaggiatori della “Transiberiana d’Italia“.
Michele Di Franco
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