Trovato tartufo bianco di 400 grammi a 1,5 metri di profondità, un record singolare
Per tantissime persone il 1 ottobre è una data preziosa, forse la più preziosa dell’anno. In questo giorno il rituale della cerca del tartufo bianco si ripete ogni anno alle 5:30 della mattina; per alcuni, quello di darsi appuntamento al bar per “annusarsi” prima della partenza, proprio come i fedeli compagni a quattro zampe, per altri invece aspettare l’ora prima dell’alba per partire verso le “tartufaie” in totale solitudine.
Un periodo atteso un ciclo intero di stagioni, nella speranza che l’anno in corso sia più fruttuoso di quello precedente, un’aspettativa molto spesso disattesa a causa del cambiamento climatico e l’ingente presenza di cercatori di tartufo sui luoghi risaputi. Questa volta però la vicenda ha seguito un percorso diverso rispetto ai soliti giorni.
Capita che nelle zone degli “Abruzzi“, in una zona rimasta segreta nel crocevia della provincia di Isernia e L’Aquila, il prezioso diamante della terra “affiori” dalle viscere della terra per vedere la luce del sole, dopo aver maturato la sua carne ed espanso il suo profumo tra i boschi e prati.
La menzione particolare per questo ritrovamento sta proprio nella sua collocazione, precisamente ad 1,5 metri di profondità. Un vero e proprio record singolare che ha destato anche riluttanza tra alcuni cercatori di tartufo nel credere a questo “irreale ritrovamento”. Niente di più vero come attesta il video in esclusiva realizzato dal cercatore D. P., un tartufaio di lungo corso che ha mostrato al nostro pubblico la bellezza della sua scoperta.
Eh già, perché la caratteristica di questo tartufo, sebbene sia stata asportata una buona parte durante l’estrazione, sia quella di superare un peso di 400 gr ad una profondità di 1,5 metri. Una singolarità mai vista finora.
D., dopo aver lavorato oltre tre ore per raggiungere la considerevole profondità, finalmente ha potuto estrarre il prezioso tartufo bianco ancorato nella dura terra, resa ancora più compatta dall’assenza di piogge nel periodo estivo. Un pezzo unico ed estremamente pregiato da far invidia tra i cercatori.
Un prodotto made in Abruzzi (Abruzzo e Molise), un territorio troppo spesso relegato a semplice contenitore di preziosi tartufi bianchi, mentre in altre località italiane, più scaltri o lungimiranti, hanno basato la loro fortuna sulla “paternità territoriale” di tartufi definendoli autoctoni.
Questa assenza di “tracciabilità” paradossalmente ha penalizzato la regione verde d’Italia “smarrendo” il prodotto locale a vantaggio delle “lobby” del tartufo che, sistematicamente, catalizzano il mercato nazionale del tartufo verso i loro canali, a discapito del prestigio territoriale.
Una pratica accolta con rassegnazione dai piccoli commercianti che inesorabilmente continuano a perpetrare questa condotta nel tempo. Un consiglio? Difendi la tua terra. Certificate il tartufo made in Abruzzi.
Michele Di Franco
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